Regia: John R. Leonetti
Netflix ci riprova dopo il non troppo convincente Bird Box…e il risultato più o meno si può ritenere lo stesso, anche se stavolta la sufficienza la si riesce a dare, anche se con un po’ di fatica. Il risultato a cui mi riferisco e la sensazione che purtroppo il film poteva dare di più, ma alcuni presunti obblighi contrattuali (magari messi proprio dalla stessa piattaforma californiana) abbiano pregiudicato una maggior “cattiveria” che avrebbe potuto portare il film su un altro livello.
E giusto per restare in tema, il livello a cui poteva ambire poteva essere quello di A Quiet Place, citato non a caso, proprio come Bird Box, viste le similitudini evidentemente presenti tra i tre lavori. La minaccia stavolta proviene da creature volanti che sfoderano tutta la loro aggressività non appena percepiscono anche il minimo rumore, riportandoci quindi al predetto A Quiet Place. La famiglia dei protagonisti inizierà quindi il difficile viaggio verso un posto sicuro, un po’ come la Sandra Bullock BirdBoxiana fu costretta a fare nell’altra produzione Netflix sopra citata, con la differenza che lì si poteva parlare ma non si poteva guardare. Giusto per completare l’opera di “cerca la somiglianza” ho rivisto pure alcuni scorci di The Walking Dead, soprattutto nelle lunghe file di macchine in fuga verso la salvezza.
C’è da dire tuttavia che questo lavoro trae spunto da un romanzo del 2015 (che non conosco e per cui non posso dire nulla a riguardo), per cui ritengo che l’idea di proporre il film proprio adesso, relativamente vicino ai due film di cui accennavo sopra, sia stata una buona trovata commerciale, anche se oggettivamente rischiosa vista la possibile ripetitività della faccenda.
Il regista a cui è toccato il difficile compito (a prescindere da tutto, ritengo sempre difficile dover portare sullo schermo un romanzo) è tale John. R. Leonetti, quello di Annabelle per intenderci (ma anche quello del meno fortunato Wish Upon), che tutto sommato è riuscito a divincolarsi sufficientemente bene.
La pellicola parte già col piede giusto, con titoli di testa molto belli, che rimandano al Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio, passando poi attraverso una realizzazione dei volatili tutto sommato interessante, senza esagerare né cadere nel ridicolo involontario, casistica che avrebbe potuto manifestarsi tranquillamente.
Nelle fasi iniziali si respira poi una discreta tensione, in alcuni casi piuttosto palpabile, tanto che pure io me ne stavo in silenzio senza proferire alcun tipo di rumore, ma la faccenda dura poco e ben presto comincia a battersi la fiacca, tanto che si è dovuti ricorrere al piano b, evidenziando ancora una volta come in questi casi il vero pericolo venga sempre dagli umani (e qui, non avendo letto il libro, non so a chi attribuire le colpe, ma l’obiettivo del prete e dei suoi seguaci appare difficile da reggere dopo soli pochi giorni dallo scoppio del casino).
Le fasi della battaglia che ne consegue (non esattamente da Oscar) e il finale un po’ sbrigativo e di stampo troppo buonista a mio avviso, conferma quanto detto in precedenza, relegando questo lavoro ad un semplice prodotto televisivo che non verrà ricordato a lungo e che si salva parzialmente perché in fin dei conti offre un discreto intrattenimento, che consente di arrivare alla fine senza troppe noie.
Ma anche qui ci si ferma ad una sufficienza tirata proprio per i capelli.
Giudizio complessivo: 6-
Enjoy,
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