Regia: Roger Vadim, Louis Malle, Federico Fellini
"For me the devil is friendly and joyful. He's a little girl.”
Dopo The Field Guide of Evil mi pareva giusto continuare con le antologie horror e il mio recente acquisto di Tre Passi nel Delirio, film collettivo composto da 3 mediometraggi di circa 35-45 minuti l’uno, me lo ha permesso.
E quindi eccoci qui, Spirits of the Dead, è una antologia horror del 1968 basata su tre racconti del maestro indiscusso del genere: Edgar Allan Poe.
TRAMA: Le storie di una nobildonna senza scrupoli innamorata del cugino, un crudele uomo ossessionato dal suo doppelgänger e uno sbandato attore americano in visita di lavoro a Roma, si intrecciano in un crescendo di morte e pazzia.
Non solo la pellicola è composta da un invidiabile quanto risonante cast (Alain Delon e Brigitte Bardot sono solo alcuni dei nomi più conosciuti), ma Tre Passi nel Delirio è anche il primo e unico horror di uno tra i registi italiani più importanti di sempre, Federico Fellini.
E non è un caso che proprio Fellini, con Toby Dammit (l’episodio più lungo del gruppo), firmi l’adattamento migliore del terzetto. Non solo lo stile surreale e l’onirisimo di Fellini rimane immutato anche in un genere quasi oscuro al regista come l’horror, ma riesce a farlo suo con una maestria incredibile. Potrei seriamente parlare di Dammit per giorni, ma trovo giusto spendere due paroline anche per gli altri due.
Metzengerstein , l’episodio di apertura diretto da Roger Vadim è forse il peggiore, più che altro per i grossi tempi morti che attanagliano l’opera dall’inizio alla fine, non permettendo al racconto di scorrere liscio fino al suo termine, come gli altri due.
William Wilson di Malle al contrario, mi è piaciuto molto, e pur non riuscendo a raggiungere neanche lontanamente il livello di Dammit, si dimostra un episodio interessantissimo, facendo trasparire temi e stili dello stesso Poe.
In conclusione, tranne la trasposizione di Fellini che per è un capolavoro assurdo, Tre Passi nel Delirio è una antologia horror che funziona solo a metà, e che non riesce ad ovviare ai problemi tipici di questo genere di pellicole.
Enjoy,
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