Autore: Sandrone Dazieri
"Don’t you never try to look behind my eyes. You don’t wanna know what they have seen".
Con questa citazione di Frank Zappa comincia il terzo ed ultimo tassello della trilogia firmata da Sandrone Dazieri, iniziata con Uccidi Il Padre e proseguita con l’ottimo seguito rispondente al nome de L’Angelo (in cui all’inizio erano i Sex Pistols ad aprire le danze, a testimonianza che l’autore, anche in campo musicale, sa il fatto suo.
E poi, se la mettiamo sulle citazioni, mi ha fatto molto piacere veder nominato Il Giorno dei Trifidi, racconto piuttosto interessante che credevo di aver letto solamente io e da cui hanno preso spunto per un pessimo film che purtroppamente ho avuto il dispiacere di vedere (e qui si che probabilmente sarò stato il solo).
Ma tornando a noi, con Il Re Di Denari, Dazieri ha il duro compito di fornire tutte le risposte alle domande che il lettore si è posto durante le tre letture e, devo ammettere, ci riesce molto bene, regalandoci una conclusione degna di nota, che non fa rimpiangere i suoi due predecessori.
La buona riuscita del prodotto è in ogni caso parziale frutto di ciò che era stato seminato nel 2014, perché la coppia formata da Dante Torre (?) e Colomba Caselli è a dir poco vincente e su di essa si regge tutta la baracca. L’intreccio creatosi con tutti i personaggi coinvolti, a volte può risultare un pelo complicato, vista la presenza dei vari D’Amore, Esposito, Alberti, Lupo e tutti gli altri componenti delle forze dell’ordine che spesso si mescolano tra di loro facendoci perdere un po’ di vista il grado e la squadra di appartenenza. Ma i due veri protagonisti prima citati riescono sempre ad attirare l’attenzione sulle loro storie e sui loro caratteri, facendoci ben presto dimenticare i dubbi legati alle figure “di contorno”.
Come già avevo sottolineato ne L’Angelo non mancano i dettagli violenti, conditi da quel tocco di splatter che mi fa confermare il desiderio di vedere le tre storie riportate su grande schermo, spingendo proprio su questa componente.
La carne messa sul fuoco è davvero molta pure qui (e i vegani muti!) e far quadrare il cerchio non era per nulla facile, ma nel complesso Dazieri è riuscito ad incastrare quasi tutti i tasselli in maniera convincente, servendosi spesso di capitoli brevi alla fine dei quali veniva sganciata la bomba che ti costringeva a passare al successivo senza troppo indugiare. E la comparsa della timida segretaria dello psichiatra segna quasi il punto di svolta, quello in cui si comincia a fare sul serio, fino al colpo di scena finale, il momento in cui il Re di Denari finalmente si svela cogliendoci, devo ammettere, un po’ impreparati, ma rendendoci soddisfatti della scelta.
Forse non si tratta del miglior libro della trilogia, ma senza dubbio rimane uno di quei lavori di casa nostra che vale sicuramente la pena di recuperare, anche solo per regalarvi la soluzione agli intrighi perpetuati dal Padre, dai suoi seguaci e dai sopravvissuti.
Giudizio complessivo: 8
Buona lettura,
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