Regia: Dario Argento
Prima di approntarmi alla visione del Suspiria di Luca Guadagnino (si lo so, sono molto combattuto, odio i remake o presunti tali, ma forse in questo caso farò un’eccezione), ho dovuto rivedere il vero Suspiria, quello diretto dal Dario Argento che ancora sapeva fare grandi film.
E questo è senza ombra di dubbio un grande film, alla pari de L’Uccello dalle Piume di Cristallo (il mio preferito) e Profondo Rosso (il preferito di gran parte degli spettatori). E come dicevo poc'anzi Argento, prima di bruciarsi il cervello, è stato uno dei più grandi artefici della crescita e del successo dell’horror di casa nostra, alla pari di maestri del calibro di Mario Bava e Lucio Fulci.
Suspiria quindi si inserisce di diritto nella top 3 del regista italiano e lo fa per una lunga serie di motivi.
La colonna sonora firmata Goblin innanzitutto è un punto a favore assai notevole, con musiche avvolgenti e perfettamente calzanti alle scene a cui vengono attribuite che ci accompagnano per tutta la durata del film.
La fotografia sublime, e resa ancor più suggestiva nelle versioni rimasterizzate, fa da contorno ad una ambientazione a dir poco eccezionale; la scuola infatti si presta incredibilmente bene alla storia, con quei colori spesso accentuati che rendono il film proprio “bello” da vedere, un po’ come mi era capitato di sottolineare nell’altrettanto “bello” The Neon Demon.
Ed è anche per questi motivi che mi sento di poter dire che si porta molto bene gli anni che si ritrova sulle spalle; certo oggi siamo arrivati a livelli decisamente elevati, ma cacchio qui era il 1977 e trovare lavori tecnicamente così validi dell’epoca non è certo cosa facile.
La cura dei dettagli poi non è certo lasciata al caso e lo si evince per esempio dallo scarico del lavandino o dal passaggio degli stivali sui vermi in una delle scene più suggestive, assieme a quella iniziale dell’uccisione della povera Pat. Scena iniziale che mi porta a sottolineare il buon uso della violenza, accompagnata spesso da quel bel sangue finto rosso vivo che non è per niente raro trovare nei pari genere di casa nostra (ed è sempre un piacere).
Le vicende legate alle misteriose attività svolte nella scuola tengono piuttosto bene sulle spine e consentono al film di farsi seguire bene, scorrendo via rapido, fattore questo che in film dell’epoca non era sempre così scontato (spesso magari per la necessità di allungare il brodo ed arrivare faticosamente ad una lunghezza consona).
Aggiungiamo a tutto ciò una prova convincente del cast, ed in particolare di quella Jessica Harper (qui nei panni di Suzy Benner) che rivedremo poi anche nel Suspiria del 2018, ed ecco che la valutazione globale non può che essere assolutamente positiva.
Se proprio vogliamo essere pignoli, gli unici difetti che possiamo andare a riscontrare riguardano una trama forse un po’ sempliciotta se pensiamo a quello che siamo abituati a vedere oggi e un finale che molto probabilmente risulta essere lievemente affrettato.
Ma chissenefrega, Suspiria resterà sempre un gran film, da cui i registi che si vorranno approcciare al genere, dovranno necessariamente prendere esempio.
Giudizio complessivo: 8.5
Enjoy,
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