Regia: Anna Boden e Ryan Fleck
RECENSIONE
L’8 di Marzo è globalmente riconosciuto come The International Women’ Day, e Marvel conferma la sua grande abilità di marketing mostrando al suo appassionato pubblico il primo film interamente dedicato ad una sua eroina, dopo ben venti lungometraggi divisi fra i tanti eroi del vasto MCU, a partire dall’apripista Tony Stark/Iron Man del 2008.
Il film sulla terrestre Carol Danvers, che diverrà meglio nota come Captain Marvel, rappresenta un punto di arrivo di massima rilevanza, per come è stato sapientemente preparato e servito al pubblico poco alla volta, tramite le ormai famose scene post credit, vero marchio di fabbrica Marvel, a partire da quella che ha salutato lo scioccato pubblico di Infinity War nel 2018.
All’alba della conclusione epocale di un universo raccontatoci attraverso ben undici anni di blockbuster movie di azione e ironia nerd, e denominato “Fase Tre”, gli autori ci introducono il personaggio X, o presunto tale, il possibile asso nella manica che lo S.H.I.E.L.D. ha conservato, in casi di emergenza estrema, per proteggere l’umanità dalle infinite avversità che l’universo può celare.
La storia di Carol viene catapultata in sala in un voluto stato confusionale e disorientante per lo spettatore, in modo tale che anch’egli possa via via recuperare i pezzi del puzzle lungo la pellicola (non un Inception, sia chiaro, ma l’idea è comunque calzante e tiene alta l’attenzione per tutto il film).
L’ambientazione a cavallo degli anni novanta restituisce luoghi e soprattutto musiche ancora una volta molto gradevoli -seppur, talvolta, messe un pochino a caso (I Nirvana nella scena con la Suprema Intelligenza...), che pare ben funzionare con il deciso cambio di rotta in termini di narrazione che Captain Marvel intraprende, diversamente da quanto fatto finora negli altri film.
Ammicca continuamente a produzioni, diciamo, stellari! Ho pensato più di una volta a scene del glorioso universo Lucas e ne sono rimasto piacevolmente sorpreso.
Vien da se pensare che la scelta sia funzionale alla trama, ove la Terra risulta essere semplicemente il luogo di scontro fra due fazioni, una tiranno e l’altra perseguitata, al fine di raggiungere i meschini scopi da una parte e la salvezza dall’altra. Chi è l’una e chi l’altra? Jude Law saprà rispondervi presto nel suo improbabile ruolo, certamente non il punto forte in termine di caratterizzazione personaggi di spicco della pellicola.
Molto ben riuscita, ed ai fini del risultato complessivo, determinante, la presenza di Samuel L. Jackson/Nick Fury agli albori dello S.H.I.E.L.D. e del “famoso” …gatto... Goose.
Brie Larson ci sta, non esalta -e qui la dico grossa per più motivi, quanto una Gal Godot, del rivale universo DC nei panni di -sigla: WonderWomaaaan, però ce ne mette, si fa piacere e convince soprattutto perché, siamo sinceri, quanto cazzo è forte?
Alla faccia dello schiocco di dita, Thanos inventati qualcosa.
Forse Marvel ci ha voluto dare un indizio su ciò che avverrà poi, chi lo sa, lo potremo sapere solo dopo il 26 di Aprile, uscita USA di Endgame, appuntamento storico dove i fratelli Russo daranno una risposta a tutte le domande finora sorte, la fine di tutto e l’inizio, forse, di una nuova era.
Giudizio complessivo: 7
Buona visione,
Trailer
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