Inbred


Regia: Alex Chandon

RECENSIONE

Filmaccio brutto, sporco e cattivo come non si vedeva da tempo (almeno per quello che riguarda me e i film visti di recente) e che si colloca di diritto tra i migliori esponenti del genere.

Un genere che, all’interno del panorama horror, spazia con sagacia tra splatter, home invasion e torture porn, rendendo pienamente giustizia a tutte e tre le categorie e garantendo, tra le altre cose, un intrattenimento spinto che non consente pause di riflessione e che ti sbatte in faccia tutta la cattiveria di cui è pervaso.

Le citazioni non mancano e il regista, tale Alex Chandon (che onestamente non è che abbia sfornato grandi capolavori prima e dopo questo Inbred e che pertanto mi lasciava inizialmente dubbioso) non fa certo nulla per celarle. Durante la visione troviamo infatti un po’ di Non Aprite Quella Porta e di Le Colline Hanno gli Occhi, passando però anche attraverso il meno conosciuto (ingiustamente a mio avviso) Calvaire.

Vien quindi da sé, nominando questi lavori, immaginarsi che la violenza non marcherà di certo visita e già le fasi iniziali promettono sicuramente bene, grazie anche ai titoli di testa che non mancano di segnalare tra le prime voci, gli autori di “special effects” e “blood and gore effects”. Tra l’altro ero un attimo distratto all’inizio e non sono riuscito a distinguere bene il film che stavano vedendo i ragazzi sul telefono, ma credo potesse essere una chicca notevole.


Dopo l’incipit tuttavia succede poco all’onor del vero, si assiste sostanzialmente ad un periodo di studio dove vengono dignitosamente introdotti i personaggi protagonisti della vicenda, che nel complesso se la cavano in maniera egregia, con menzione speciale per l’oste, ottimamente interpretato da Seamus O'Neill


Ma proprio durante questa fase, la sensazione che da un momento all’altro le cose possano irrimediabilmente degenerare, comincia a farsi prepotentemente strada, fino a quel “Ti darò qualcosa che possa alleviare il dolore”, seguito da meraviglioso affondo di mannaia, che apre definitivamente il vaso di Pandora.

Gli effetti gore sono notevoli e il sangue a spruzzi abbonda, strizzando l’occhio a quelle esagerazioni a cui abbiamo spesso assistito nei pari genere nipponici. Non mancano inoltre sia alcune scene disgustosamente interessanti, come per esempio l’ottimo spettacolo della “pompa di merda”, sia alcuni siparietti divertenti e grotteschi allo stesso tempo, che donano quella piccola dose di black humour che ben si sposa con tutto il resto.


Per il resto poi non è che ci sia molto altro, il film non ha grandi pretese e la trama non si perde in inutili arzigogoli. C’è solo quello che ci deve essere, teste mozzate, gore, uccisioni creative ed un finale perfettamente in linea con ciò che lo spettatore si aspetta (e lo dico in senso positivo, perché un epilogo diverso ci sarebbe stato come il seitan nella vostra grigliata di Ferragosto).

Detto ciò, non posso che straconsigliare Inbred a tutti gli appassionati del genere.

Filmone, punto.

Giudizio complessivo: 8.5
Enjoy,




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