Regia: M. Night Shyamalan
RECENSIONE
Glass è il film del momento, ne parlano tutti compresi quelli che non sanno nemmeno come è nato questo film: era il lontano 2000 quando uscì Unbreakable, film del regista M. Night Shyamalan fresco fresco del film divenuto un cult Il Sesto Senso, che narra le gesta di supereroi più umani che super, facendoci conoscere quell’uomo di vetro che riempirà i nostri cuori.
Tuttavia era un film uscito fin troppo presto, gli eroi mascherati non avevano ancora invaso le sale, ma per sua fortuna ha goduto dell’effetto Blade Runner diventando un cult a sua volta. Passano gli anni e il regista perde lo smalto, partecipando a produzioni ad alto budget con risultati tremendi, pensate che L’Ultimo Dominatore dell’Aria continua a far rabbrividire il regista stesso.
Capendo che quel mondo non è fatto per lui, decide di tornare alle radici raccontando storie a basso budget ma piene di emozioni, ed è così che nel 2016 fa uscire Split: Il povero Kevin Wendel Crumb con le sue 23 personalità ha fatto breccia negli spettatori, diventando uno dei personaggi più amati del regista. Quello che però sconvolse e fece alzare dalla sedia gli spettatori dallo stupore furono quei due minuti finali, con quel David Dunn ormai invecchiato seduto in un bar, ricordando a una signora il nome di colui che segnò la sua vita. E il sequel mai realizzato diventa qualcosa di più, diventa la punta di diamante di una trilogia: Glass.
19 anni di attesa, un film che ha spaccato la critica in due: c’è chi lo ha amato e chi lo ha odiato, arrivando al punto da definirlo una delusione senza precedenti. Tuttavia la critica pensa diversamente da noi spettatori, e inizio già col dire che questa negatività così profonda nei confronti del film non la capisco, ma ne comprendo le ragioni, perché non è un film perfetto, anzi possiede errori grossolani che ti fanno domandare come un regista del calibro di Shyamalan li abbia potuti scrivere.
Eppure ci sono, e per chi ha un occhio critico sono molto fastidiosi, però non è una delusione, o meglio non lo è per me, perché nonostante tutto il film ha dei pregi molto significativi. Però partiamo con ordine
Il film narra delle gesta di questi 3 superuomini, David Dunn (Bruce Willis), l’Orda (James McAvoy) e Mr. Glass (Samel L. Jackson) rinchiusi in questo manicomio gestito dalla psichiatra Ellie Staple (Sarah Paulson) convinta del fatto che loro non abbiano superpoteri ma che siano psicologicamente deviati, e il suo compito è quello di sfatare ogni loro convinzione sulle loro doti.
Capiamo già dall’incipit che non si tratta di un film supereroistico qualsiasi, ma qualcosa di diverso e di mai visto prima: Shymalan ha deciso di attuare una decostruzione del supereroe talmente profonda da cercare di dare ogni spiegazione logica delle loro capacità mettendo in dubbio anche lo spettatore. E in parte ci riesce, anche attraverso le doti attoriali di alto livello dei suoi protagonisti, McAvoy fra tutti, e la sua messa in scena così curata e piena di significato. Ma non è tutto oro quel che luccica.
Perché se tralasciamo le nostre emozioni e il nostro punto di vista, abbiamo un film oggettivamente sbagliato: la trama va avanti a suon di forzature, il ritmo è completamente confuso, si passa da una parte iniziale veloce e adrenalinica ad una centrale prolissa, (e fidatevi se lo dico io che la lentezza la assorbo bene), fino a un finale che per quanto soddisfacente non raggiunge quel livello di pathos ed epica che si era promesso di raggiungere.
Tuttavia, a me che avevo delle aspettative alte, il film non ha deluso, portando a termine dignitosamente una trilogia che tre anni fa non esisteva nemmeno. Perché come ho detto in parte riesce nella decostruzione che il regista si era prefissato, avendo un livello di profondità dei personaggi e dei temi trattati che nessun film del genere era riuscito a portare, genere che sta andando sempre più nella direzione del puro intrattenimento (vedete il successo di Aquaman), quindi fa piacere che qualcuno continui a dimostrare che i supereroi possono essere altro sul grande schermo.
Il Mr Glass di Samuel L. Jackson conferma di essere uno dei personaggi meglio riusciti del regista, mentre l’Orda, pur essendo stata anche qui caratterizzata a dovere, ha perso un po’ di quell’ansia che ti metteva addosso, per garantire momenti più leggeri, attraverso la personalità di Edwig, in un film che sarebbe stato altrimenti troppo pesante.
Bruce Willis continua a fare il silenzioso e chiuso David Dunn. Mi sarei aspettato di più per il personaggio di Sarah Paulson ma il suo ruolo è comunque centrale nella storia.
Concludo col dire che le scene d’azione presenti sono davvero ben dirette e originali nella loro semplicità e potenza. Quindi questo film ha rispettato le mie aspettative? Più o meno, credo che siano quei difetti ad aver abbassato il mio giudizio, ma rimane comunque un ottimo film che ci da quello che ci ha promesso non raggiungendo però l’eccellenza.
Una cosa è certa, è uno dei film migliori restando nei limiti del genere supereroistico.
“The children…..they called me Mr Glass”
Giudizio complessivo: 7
Enjoy,
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