Regia: Charlie Kaufman
Oggi vi presentiamo Synecdoche New York, film americano (124 min) del 2008 diretto da Charlie Kaufman.
Prima opera da regista per Kaufman, dopo i celebri Essere John Malkovich, Il Ladro Di Orchidee e Se Mi Lasci Ti Cancello come sceneggiatore; con Se Mi Lasci Ti Cancello tra l’altro Kaufman si aggiudica l'oscar come miglior sceneggiatura originale e questo già mette in luce le qualità dello sceneggiatore e regista in questione.
Protagonista del film è invece l'esperto Philip Seymour Hoffman (scomparso nel 2014), alla prima ed unica collaborazione con il regista.
Il film inizia semplice: la vita di famiglia di Caden, con problemi ipocondriaci uniti a veri problemi di salute. Caden ha grosse divergenze con la moglie e con la figlia, oltre al lavoro. Caden è un regista teatrale (Kaufman affronta se stesso ed il suo lavoro giá ne Il Ladro Di Orchidee) che non sa come produrre e girare il suo prossimo spettacolo.
Il disordine temporale presente in tutto il film compare molto presto, portando a confondere lo spettatore fra presente, passato e futuro (in seguito questa distinzione diventerà pressochè inesistente).
Caden ha strani rapporti con una grottesca psicologa; peggiorano le sue condizioni mentali quando la moglie decide di andarsene via e porta con se la bambina. Bambina che lui non rivedrà piú anche se, per l'intero film, Hoffman leggerà il suo diario, nonostante esso ovviamente non può essere riempito non essendoci piú la bimba.
Caden, inoltre, vuole realizzare una opera colossale; vuole fare un opera autobiografica rinchiudendo in un solo spettacolo tutta la sua vita e la vita di chi gli è stato vicino: opera che dovrebbe comprendere anche sogni, speranze, pensieri di ogni persona.
Kaufaman ci ha abituati al surrealismo, in questo film portato allo stremo.
Le varie interpretazioni del film, sia per quanto riguarda la trama, sia per quanto riguarda il significato, sono molteplici.
Kaufmann analizza in maniera approfondita l'inconscio del protagonista, i rapporti che ha con la moglie che condizionerà tutti i rapporti futuri.
Le continue tragedie a cui assiste Coden lo rendono sempre piú malinconico.
Coden recita una frase, "Ogni comparsa ha la sua storia" e lui, volendola rappresentare, cerca di essere perfetto per colmare in se una sensazione di imperfezione e fallimento.
Il film vince l'Indipendent Spirit Awards (2009) come miglior film d'esordio.
Buona visione,
Trailer
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