Regia: Bryan Singer
RECENSIONE
Bohemian Rhapsody è Il film di cui si parla da anni e che, lo diciamo subito, non delude le aspettative. Credo che essere un fan dei Queen, per dare un giudizio sul prodotto, conti poco, anzi lo ritengo un fattore quasi marginale. Chi scrive, infatti, si è sempre limitato come tanti ad orecchiare le hit più famose dei quattro che hanno fatto impazzire l’Inghilterra tra gli anni ’70 ed ’80.
Nel mio caso lo spettatore è spinto più dalla curiosità di scoprire qualcosa in più su una delle band che ha segnato la storia del rock; chi cerca dettagli sconosciuti o aneddoti forse resterà in parte deluso, perché Bohemian Rhapsody è “semplicemente” una celebrazione dell’epopea dei Queen e del loro frontman Freddie Mercury, “l’unico capace di far battere le mani all’ultima fila di Wembley".
E’ vero, nella pellicola ci sono diverse licenze narrative, omissioni o modifiche di alcuni fatti per renderli più adatti al prodotto cinematografico. I fan più incalliti storceranno sicuramente il naso, ma va riconosciuto che il lavoro di Bryan Singer (silurato quasi al termine delle riprese, completate da Dexter Fletcher) sia un’opera trasversale, capace di coinvolgere tutte le fasce del pubblico e, soprattutto, chi i Queen non ha potuto viverli in prima persona.
La scelta di rimanere un pochino più in superficie, senza scendere mai troppo nei dettagli, forse è dovuta proprio a questo; il film doveva essere un kolossal fin dalla prima stesura ed è stato fatto tutto il possibile affinchè fosse apprezzato da tutte le fasce di spettatori ed in tutti i continenti.
Centotrentaquattro minuti di proiezione, che volano via troppo veloci e che non bastano di certo per contenere tutta la produzione di dischi e live della band, che si aprono proprio come Freddie, Brian, John e Roger amavano iniziare i loro concerti, con quel famoso “colpo” che stordisce il pubblico, per poi iniziare un lunghissimo flashback che si conclude nuovamente su quel palco nel 1985.
La struttura è abbastanza semplice, si ripercorre la vita di Mercury e della band dalla formazione dei Queen al Live Aid di Londra, un momento fondamentale nella storia della band, che ha consacrato Freddie tra i migliori frontman del pianeta.
Purtroppo mancano gli ultimi anni e soprattutto il momento più alto della carriera dei Queen, quel Magic Tour che ha consegnato a tutti noi l’immagine di quell’uomo di schiena col chiodo giallo che alza al cielo l’asta del microfono, di fronte ad una folla oceanica.
Il tema della malattia di Freddie è trattato un po’ superficialmente ed è qui che i veri fan hanno evidenziato le tante inesattezze narrative ma, ripeto, a questo film si può perdonare quasi tutto.
Da un kolossal con un budget immenso è lecito aspettarsi molto e anche sotto questo aspetto non si resterà delusi: nulla è lasciato al caso e la cura dei dettagli è maniacale. Dalla somiglianza degli attori ai veri Queen, passando per costumi, auto, strumenti, apparecchiature negli studi di registrazione, Bohemian Rhapsody è un vero tuffo nel vintage che tanto piacerà agli amanti dello stile british, del glam, del rock e della musica in generale.
Carico, potente, appassionante e malinconico al punto giusto, un film che certamente sarà ricordato.
E diciamocela tutta: con una colonna sonora così come potrebbe passare inosservato?
Giudizio complessivo: 8.5
Buona visione,
Trailer
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