Regia: Albert Hughes
RECENSIONE
La pellicola è ambientata 20.000 anni fa, nel periodo chiamato Paleolitico Superiore, qui una piccola tribù, come da tradizione, organizza una battuta di caccia per procurarsi le scorte invernali.
Il giovane Keda (Kodi Smit-McPhee) figlio del capo tribù, partecipa per la prima volta a questo evento rimanendo coinvolto in un incidente che lo costringe a trovarsi da solo in mezzo alla natura selvaggia, ma per fortuna durante il suo viaggio incontrerà un amico: un lupo che chiamerà Alpha.
Diretto dal regista Albert Hughes, per intenderci, lo stesso di Codice Genesi, film del 2010 con Denzel Washington, che qui si è divertito tanto insieme al direttore della fotografia Martin Gschlacht nel creare magnifici paesaggi e superbe animazioni in CGI; il lupo protagonista del film è infatti sia un vero cane lupo cecoslovacco, tra l’altro allevato ad Anagni, in provincia di Frosinone, da Riccardo Lubrano e poi cresciuto dall’allevatore Eric Plante in Francia e infine negli States, ma è anche un personaggio creato con la computer grafica, che entra in azione a seconda delle scene, il tutto senza far notare alcuna differenza.
Peccato che di interessante ci sia solo quanto appena detto, non è tanto il problema della storia di amicizia uomo-animale, che abbiamo già visto e rivisto, il problema è l’interpretazione degli attori.
Nel cast, nei panni del padre di Keda, troviamo Jóhannes Haukur Jóhannesson visto in Game of Thrones che qui sbaglia interpretazione, manca di espressività, sembra sentirsi a disagio, così come anche tutti gli altri membri della tribù. Se la cava discretamente il protagonista Kodi Smit-McPhee che, con impegno, insieme al cane-lupo, regge praticamente quasi l’intero film. La migliore interpretazione è senza dubbio quella del lupo cecoslovacco Alpha.
Merito delle immagini ad effetto il film scorre, nonostante degli evidenti buchi narrativi i dialoghi scontati ed una sceneggiatura elementare, tanto che il cambiamento che subisce il giovane Keda, da ragazzino imbranato dal cuore tenero a Rambo della situazione è davvero troppo repentino e a tratti anche fastidioso.
Film modesto, da vedere senza pretese, per ammirare l’ottima fotografia e l’ottimo uso della computer grafica, con un finale che mi ha sorpreso, tanto da guadagnarsi il mezzo voto in più.
Giudizio complessivo: 5+
Enjoy,
Trailer
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