Autore: Joël Dicker
Beh che dire, Joël Dicker è veramente uno scrittore dal talento inconfutabile e La Scomparsa Di Stephanie Mailer, ultimo romanzo da lui scritto, ne è una delle prove più tangibili.
Già con La Verità Sul Caso Harry Quebert, il giovane scrittore elvetico aveva raggiunto la fama mondiale, vedendo il suo lavoro tradotto in più di 30 lingue per cui quando, mentre gironzolavo annoiato in una libreria dell’aeroporto alla ricerca della prossima viaggio-lettura, ho visto questo bel tomo lì appoggiato in un angolo, non potuto fare a meno di farlo mio.
La breve trama ha calamitato subito la mia attenzione e la partenza spedita in quarta non ha che confermato le belle speranze in me insediatesi appena dopo l’acquisto.
Dicker riesce a tenerti letteralmente incollato alle pagine, grazie ad una sapiente alternanza tra ciò che è avvenuto nel 1994 e i fatti del 2014, periodi in cui vengono ad incontrarsi le vicende legate ad un quadruplice omicidio che ha coinvolto il sindaco di Orphea, assieme alla sua famiglia, e una giovane donna che stava facendo jogging nei dintorni.
Tra l’altro ogni capitolo viene presentato attraverso la narrazione in prima persona di ciascuno dei principali protagonisti e, a conclusione della maggior parte di essi, lo scrittore ti molla lì una super bomba, passando poi ad un altro periodo e lasciandoti rosolare anche per una trentina di pagine, prima di ritornare lì dove prima ti aveva piantato. Non nascondo le maledizioni che gli ho mandato, ma non c’è dubbio che la tecnica funziona.
Passando poi al rompicapo legato alla serie di omicidi originatasi da quello prima citato, devo ammettere che intorno a pagina 100, quando viene fatto riferimento al “ciò che nessuno ha visto”, avevo intuito subito chi era, ai tempi del 1994, il vero obiettivo del killer (e lo avevo scritto nei miei appunti proprio per verificare la mia intuizione), ma questa resta l’unica parte a cui si può arrivare con un minimo di intuito, perché capire l’identità dell’assassino, via via che si va verso la conclusione, diventa sempre più difficile; in pratica, non appena ti convincevi che potesse essere Tizio, ecco subito che alla pagina successiva la tua tesi veniva bellamente smontata, costringendoti ad arrivare alla conclusione in maniera quasi compulsiva.
I personaggi vengono poi caratterizzati in maniera eccellente (e vorrei ben vedere con più di 700 pagine di scrittura mi verrebbe da dire 😄). Ma alla fine ti sembra di conoscere i vari Jesse, Derek e Anna da una vita, e le loro storie non possono non incuriosirti anche quando prendono direzioni totalmente opposte allo svolgimento delle indagini da essi condotte. A ciò bisogna poi aggiungere tutte quelle storie di corredo che magari non saranno decisive per comporre i pezzi del puzzle, ma che tuttavia intrattengono oltre le migliori aspettative (vedi per esempio il complicato rapporto da Bergdorf e la graziosa Alice, con tanto di imprevedibile ma inevitabile sviluppo finale).
Ed è proprio questo sapiente mix tra azione spinta al limite e carisma dei personaggi che fanno risultare questo libro uno dei più interessanti che mi sia capitato di leggere di recente.
Giudizio complessivo: 9
Buona lettura,
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