Regia: Babak Anvari
Da una lettura veloce della trama e dal poster, la prima impressione può essere quella di un altro horror a tema paranormale di mediocre qualità, ma se si aggiunge il paese di provenienza (Iran) e il periodo difficile e traumatico vissuto da questo paese durante la guerra contro l'Iraq tra il 1980 e il 1988, allora si capisce immediatamente che probabilmente non si tratta affatto del solito horror.
E di fatto, nonostante alcuni elementi che si rifanno a quel cinema dell'orrore ormai già visto e rivisto, usato ed abusato ad hollywood, Under the Shadow dimostra con molto coraggio di essere molto di più, un qualcosa che al genere serviva con molta esigenza, un film che non si limita solo a far paura, ad angosciare e disturbare (e tutto ciò lo fa in maniera ottimale, anche se non impeccabile nella prima metà) ma che cerca di dare al tutto un significato che sia profondo, quanto basta, ma che soprattutto possa dare ai vari jumpscare e all'atmosfera cupa ed inquietante un fine che vada oltre a quello di incutere paura e spaventi.
Babak Anvari con la sua regia molto matura e in molti momenti, come già detto, coraggiosa, conferisce al film il dono di fungere da metafora, non eccessivamente velata, che critica la società di quel periodo che però non ha subito molti cambiamenti nel corso degli anni compresi quelli attuali, una società fredda, cinica, irrispettosa e claustrofobica, in particolare per le donne, qui protagoniste assolute.
Davvero straordinaria una scene nella quale, il terrore sotto forma di velo imprigiona quasi per soffocare o comunque separare la madre con la figlia, ad indicare una società che respinge gli ideali anticonformisti della prima e che cerca di proteggere la piccola con le proprie restrizioni così da allontanarla dalla madre e avvicinarla al volere ingiusto di una società troppo influenza da una religione che, nel radicalismo, alle donne toglie più che dare.
Giudizio complessivo: 8-
Buona visione,
Trailer
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