Regia: Dave McKean
Una famiglia circense, una madre malata ed una figlia ribelle con la passione per l'arte. Questi sono gli elementi iniziali di Mirrormask, un viaggio allucinato nel sogno della giovane protagonista.
Durante il viaggio onirico saremo i silenziosi compagni di Helena, la giovane ragazza, e Valentine, un artista circense incontrato dalla protagonista per strada che si unirà a lei in quest'avventura. Il loro obiettivo sarà quello di recuperare la Maschera dello Specchio, un amuleto in grado di portare la pace nel regno della luce, minacciato a sua volta dal regno delle ombre.
La distinzione tra bene e male è più che palese e, anche i vari personaggi, non avranno una grande evoluzione personale ma, anzi, verranno poco approfonditi sin dall'inizio, non creando quell'empatia che, in questo genere di film, è essenziale; se non riusciamo ad immedesimarci con i protagonisti, tutto sembrerà noioso ed insensato.
Il mondo dei sogni di cui sopra però è molto (troppo) originale, composto da colori abbastanza cupi alternati a lampi di luce immensi, abitato da creature mostruose e deformi, realizzati con una CGI davvero obsoleta e poco gradevole alla vista, anche se visto il mood generale del film non stonano nemmeno poi così tanto con il resto. Il mondo onirico è grottesco e guardandolo vengono in mente opere surrealiste come quelle di Dalì e, sopratutto, di Redon. A differenza di queste lo stile grafico risulta però fastidioso già dopo dieci minuti di pellicola, con tutti questi colori cupi e quell'effetto sfocato che non piace a nessuno.
La colonna sonora è un altro problema del film, un mix tra jazz e ambient, ma un mix uscito male e che si sposa poco con ciò che vedremo sullo schermo. Visto il carattere cupo della pellicola penso che in alcune scene il silenzio sarebbe stato d'oro, ma a quanto pare il regista la vedeva diversamente e ha permeato il film con brani fastidiosi ed eccessivamente squillanti.
Una cosa bella del film è l'uso delle maschere che trovo sempre affascinante, nonostante alcune di queste fossero davvero indecenti e troppo amatoriali: il re, ad esempio, indossa una maschera fatta arrotolando la carta stagnola....triste, semplicemente, triste.
Valentine, al contrario, indossa una maschera molto più semplice ma, nella sua semplicità, interessante ed azzeccata per il personaggio.
Molto particolare anche il design delle creature, assolutamente fuori di testa: ci sono occhi con zampe da ragno, carillon con bambole deformi e la bocca umana, gatti/sfingi con il volto di un anziano e delle ali arcobaleno, giganti che volano abbracciati e gorilla con il becco da uccello. Mostri usciti chiaramente da un incubo ma che, nonostante la già nominata CGI, riescono a fare il loro sporco lavoro nell'inquietare lo spettatore e conferire disagio all'opera.
Sceneggiatura e narrazione, nemmeno a dirlo, sono poco riuscite e risultano molto superficiali e, talvolta, lacunose. Consiglio quindi il film solo a chi vuole vedere una pellicola surrealista ed è interessato più allo stile grafico (che ad alcuni sicuramente piacerà) che a tutto il resto.
Un film che fa acqua da tutte le parti, un vero peccato.
Giudizio complessivo: 4
"Buona" Visione,
Stefano Gandelli
Trailer