Regia: Thomas Carter
Coach Carter è un film drammatico del 2005, diretto da Thomas Carter, già regista di Save The Last Dance (2001).
Il film è ispirato a eventi realmente accaduti, e ha il pregio di muovere critiche importanti alla società americana, che divinizza i professionisti dell'NBA e alle istituzioni scolastiche che non tutelano i giovani e che non si curano del loro futuro.
Gli eventi della pellicola sono ambientati a Richmond, quartiere popolare abitato in gran parte da afroamericani ed ispanici. Le strade sono invase dalla delinquenza, dalla droga e dalle gang armate. In questo scenario l'unico spiraglio di evasione è lo sport, il basket. Qui entra in gioco Ken Carter, interpretato da Samuel L. Jackson, che ha a cuore il futuro dei ragazzi di Richmond e vede come unica via per un futuro migliore lo studio. Non l'essere un cestista professionista, ma l'essere studente.
Infatti, non appena assunto come coach di basket nel liceo di Richmond, Ken Carter impone ai ragazzi della squadra di basket l’adesione ad un contratto che prevede la frequenza obbligatoria delle lezioni, il sedersi in prima fila per seguirle, una media voto poco più che sufficiente, la giacca e la cravatta da indossare nei giorni delle partite, e delle ore di volontariato. Ma non finisce qui. Il coach insegna loro anche la cultura del linguaggio, del rispetto verso gli altri.
Il progresso morale della squadra va di pari passo (o quasi) con la crescita tecnico-tattica della squadra che inizia a ingranare risultati sportivi quasi inverosimili. Il finale del film (che non voglio spoilerarvi), tuttavia, sottolinea ancora una volta come il raggiungimento di una vittoria interiore sia il fine ultimo di ogni nostra azione. Poetico.
La regia fa il suo dovere, anche nelle scene che mostrano le frenetiche partite di basket e nel complesso anche la sceneggiatura ci offre spunti e dialoghi di rilievo, anche su temi come il razzismo.
Tuttavia alcune trame secondarie appesantiscono un pò la narrazione, e nei fatti aggiungono molto poco alla sostanza del film: per esempio, la storia d'amore tra uno dei protagonisti e la sua ragazza, con la problematica di avere un bambino non avendo ancora raggiunto la maggiore età e senza poterlo mantenere, spezza molto il ritmo della storia, risultando anche una situazione abbastanza stereotipata.
Da menzionare la presenza nel cast di un giovanissimo Channing Tatum, che poi avrebbe raggiunto un certo successo di carriera di lì a poco.
A parte qualche piccola incertezza il film svolge appieno il suo compito, che è quello di intrattenere, e allo stesso tempo offrirci uno spaccato della società afroamericana mettendo in evidenza le sue problematiche.
Essendo uno dei film sportivi che preferisco in assoluto, il voto finale è più che sufficiente.
Giudizio complessivo: 7.5
Buona visione,
Trailer
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