Regia: Ridley Scott
Futuri dispotici caratterizzati da degradazione, inquinamento e robot al dominio del mondo erano già stati raccontati con sagace conoscenza della storia dell’uomo dalle penne di George Orwell in 1984 (grande autore, non c’è che dire, ma anche inventore del Grande Fratello….parliamone un attimo) e di Isaac Asimov (“…la storia dell’ascesa della macchina e del declino dell’uomo…”), ma anche da colossi del cinema come Fritz Lang ed il suo Metropolis, capolavoro del cinema surrealista tedesco che tanto sarebbe piaciuto al Guidobaldo Maria Riccardelli de Il Secondo Tragico Fantozzi.
Ma probabilmente è Ridley “Alien” Scott a creare il capolavoro assoluto di questo sottogenere toccando (o proprio “sfondando”) l’apice della sua filmografia, come da lui stesso affermato.
Basandosi sul romanzo Il Cacciatore Di Androidi di Philip K. Dick, Scott mette in piedi un futuro “semi” apocalittico di elevato livello tecnologico ma che vive col terrore dell’inquinamento e della sovrappopolazione, un’Alcatraz nebulosa ed underground che ricorda la Gotham City gotica che baluginerà nella mente di Tim Burton per il Batman dell’89.
Los Angeles, 2019 (ancora un annetto e ci siamo). L’ex cacciatore di taglie Rick Deckard viene richiamato alle armi per scovare e “ritirare” 4 replicati robotici, identici in tutto e per tutto agli umani, fuggiti da una colonia extra – mondo, nella quale vivono sotto un regime schiavista, per fare ritorno a Los Angeles per incontrare il loro creatore, Eldon Tyrell, e poter parlare con quest’ultimo circa la breve durata vitale di ogni replicante (4 anni).
Deckard, senza non poche complicazioni, riuscirà a rintracciare ogni fuggitivo meccanico, finché non si infatuerà, ricambiato, di una replicante….
Regia eccezionale, nient’altro da aggiungere.
Effetti speciali grandiosi e visionari per l’epoca, che oggi sono di un vintage che fa paura.
Ottimo il cast: Harrison Ford è Harrison Ford, Sean Young e Daryl Hannah sempre bellissime anche nel ruolo delle replicanti, l’olandese Rutger Hauer come sempre straordinario nel ruolo del pazzo cattivo con qualche rotella fuori posto (essendo anche un robot è plausibile) ed entra meritatamente nella storia del cinema ed infine menzione doverosa per Joe Turkel (qui nel ruolo di Eldon Tyrell ), il mitico barman Lloyd in una delle scene più famose di Shining.
A proposito del film di Kubrick, bellissimi i titoli di coda che scorrono sulle immagini a volo d’uccello di un paesaggio montano, fotogrammi presi dagli scarti girati per i titoli di testa di Shining, così dove finisce un capolavoro ne inizia un altro…..CREDO DI STARE PER VENIRE!
Immensa la colonna sonora del compositore greco Vangelis (autore, tra l’altro, della celeberrima Chariots of Fire, la strafamosa musica delle Olimpiadi) sicuramente tra le migliori della storia della settima arte, che crea un connubio perfetto tra immagini e sottofondo sonoro.
Sentire per credere
Per finire LEI, una delle frasi più emblematiche della storia del cinema: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire”
Applausi.
E COME LE LACRIME, ANCHE LA RECENSIONE È PORTATA VIA DALLA PIOGGIA (perdonatemi questa licenza poetica). BLADE RUNNER È UN CAPOLAVORO. PUNTO E BASTA. ED IO NE HO VISTO DI FILM CHE VOI UMANI NON POTETE IMMAGINARE….e Quant’è Bella La Bernarda Tutta Nera Tutta Calda ne è un chiaro esempio!
Giudizio complessivo: 10
Enjoy,
Monologo