Regia: Mario Costa
Cinque fratelli in costante lotta tra loro si ritrovano a dover fare i conti con i propri difetti per assicurarsi una fetta dell'eredità dello zio defunto, ci riusciranno?
Questa è a grandi linee la trama, una storia semplice che verrà però impreziosita da sottotrame divertenti ed intrighi per cercare di rendere impossibile la vita ai fratelli.
Ognuno di loro rappresenta un particolare difetto: Avarizia, Superbia, Gelosia, Ira e Lussuria. Questa divisione quasi stereotipata è molto funzionale ai fini della trama ed è divertente vedere come ognuno, per apparire buono agli occhi del notaio, cerchi di nascondere i propri istinti. In particolare tra i fratelli figura una delle massime personalità della commedia all'italiana: il grande Albertone nazionale.
Sordi è il fratello superbo, quello che si è auto-proclamato Conte pur essendo senza un soldo; per passare il tempo schiavizza il maggiordomo ed è costretto a ricevere continui prestiti da uno dei fratelli, quello più attaccato al denaro ovviamente, che cercherà in ogni modo di aumentare gli interessi. La figura del Conte Alfonso è decisamente sopra alle righe e nessuno, meglio di Sordi, poteva interpretare questo ruolo.
Personalmente però questo stile recitativo alla lunga mi stanca e in alcuni passaggi il continuo gridare e gesticolare iniziava a darmi un pò fastidio; niente di grave, ovviamente, ma preferisco mille volte il Sordi pacato di altri film (vedi Un Borghese Piccolo Piccolo, tanto per dirne uno).
Gli altri fratelli invece sono piuttosto gradevoli e simpatici, ognuno con una ben delineata personalità e con un carattere molto forte, così da creare un gruppo folto di personaggi interessanti e ben riconoscibili. Nino Taranto ad esempio è Giuseppe, l'avaro, e controllerà la moglie tutto il tempo per evitare che sprechi cibo o risorse di qualsiasi tipo (sembra molto Totò, Peppino e i Fuorilegge da questo punto di vista, film uscito solo l'anno prima); Riccardo Billi è Michelino, il marito geloso che tiene la moglie quasi prigioniera in casa per evitare che venga corteggiata da un qualsiasi altro uomo. Questi tre sono i fratelli meglio pensati ed approfonditi, mentre gli altri due risultano secondari alle vicende e meno interessanti da descrivere.
Un altro aspetto che mi è piaciuto della pellicola è stata la voce narrante e l'uso del monologo per raccontare eventi antecedenti a quelli del film, un modo semplice ma sempre apprezzato per introdurci nel mondo della pellicola.
Per quanto riguarda invece le note negative direi che il film, tecnicamente, non ha nulla di particolare: la fotografia non è assolutamente ricercata ma fa il suo dovere; colonna sonora che molto vintage; movimenti di macchina abbastanza semplici ma funzionali alle scene.
Non un capolavoro ma una buona commedia, divertente ed interessante. Consigliato agli amanti del cinema italiano e della comicità intelligente.
Giudizio complessivo: 7.6
Buona Visione,
Stefano Gandelli