Regia: Guillermo Del Toro
Recensione 1
Recensione 1
Dopo il suo, a mio parere ottimo, horror Crimson Peak, Guillermo Del Toro torna cambiando completamente genere passando a quello romantico a sfondo fantasy.
Certo cambia genere ma non stile ed infatti sin dalle prime inquadrature si riconosce immediatamente l'inconfondibile approccio artistico e stilistico del famoso regista messicano. Uno stile coerente, affascinante e sempre e comunque inquietante, per certi aspetti.
In questo caso però si supera e realizza un'opera visivamente monumentale e cinematograficamente sublime. Il film è semplicemente una vera e propria bellezza per gli occhi, per l'anima e per il cuore.
Tutto questo grazie alle straordinarie immagini che la fotografia di Dan Laustsen (Crimson Peak, John Wick 2) esalta e decora con dei colori surreali tendenti al verde acqua (non a caso colore che richiama l'elemento principale del film) e un'illuminazione dolce, una fotografia veramente meravigliosa; e che l'intima e minuziosa regia di Del Toro riesce ad inquadrare con precisione, passione e tanta personalità.
Una regia che si dimostra in diverse scene anche abbastanza esplicita, verrebbe da dire quasi coraggiosa, Guillermo Del Toro infatti in alcune scene non ha paura di inquadrare dei corpi, per quanto puri, nudi; questo sembrerebbe andare in contrasto con l'estrema delicatezza e l'incredibile romanticismo con il quale tutto il film è caratterizzato, ma ciò viene perfettamente inserito nel suddetto contesto, riuscendo così a mostrare, come è giusto che sia, questo splendido amore nella sua migliore Forma.
Le meravigliose immagini si trasformano in sequenze emozionanti e legate l'una all'altra attraverso un montaggio dinamico ed intelligente che utilizza piccoli escamotage (come due gocce d'acqua su un finestrino) per sorprendere lo spettatore già completamente immerso nel film.
Grazie alla grande maestria di Del Toro non si può non essere immersi in questa bellissima storia (assimilabile a quella de La Bella e la Bestia) e nemmeno non essere travolti da questo amore; fosse stato realizzato da qualcun altro probabilmente l'effetto sarebbe stato contrario ovvero disgusto e incomprensione ma in questo caso invece di fare ciò, invece di discriminare questo amore, non lo si può che desiderare.
Grazie principalmente, non solo al regista, ma anche alla bravura indiscutibile di Sally Hawkins, prima tra tutti, di Octavia Spencer, perfetta per il ruolo a lei affidato, e di Richard Jenkins (tutti e tre nominati all'Oscar); fondamentale è stata anche l'interpretazione di Doug Jones che è riuscito a rendere credibile e apprezzabile "l'uomo anfibio".
Aiutato anche da un ottimo trucco nonostante in alcune scene la presenza di in costume sia percepibile.
Splendida anche la colonna sonora.
Meno buona è la sceneggiatura (anch'essa nominata dalla Academy Awards) che, nonostante la sua oggettiva qualità, non riesce a regalare al pubblico dei dialoghi indimenticabili come, invece, lo è tutto il resto.
Giudizio complessivo: 9
Buona visione,
Recensione 2
Rieccoci a parlare di un altro film di Gullermo del Toro, la sua ultima fatica che noi cinefili attendevamo con moltissima trepidazione (o perlomeno, questo è quello che credo e spero) e che è stata addirittura candidata a 13 premi Oscar.
Si sa, le aspettative verso questo film, erano per me altissime e, ora che l'ho visto, cavolo posso dire che le ha rispettate. Non sarà ai livelli di La La Land (anche perché sono pellicole di genere totalmente differente), ma devo dire che qui Del Toro si è veramente, MA VERAMENTE superato, regalandoci un racconto romantico, fantastico, violento in certi punti e di spionaggio in altri (in poche parole, un gran cocktail di generi), che è qualcosa di sublime.
Già dai primi minuti, dalle prime inquadrature e dalle primissime battute, si capisce e si ammira il grande amore di Del Toro verso il cinema, verso il vero cinema.
È pieno zeppo di citazioni a mostri sacri di esso, perfino la solita creatura non umana, che è frutto di un amore che prenderà vita con la protagonista ed interpretata ancora una volta dal bravissimo Doug Jones, presente in ogni film del regista, è un riferimento al Mostro della Laguna Nera, ma ce ne sono anche tanti altri.
Bravissima anche Sally Hawkins in veste, per l’appunto, di protagonista, un personaggio molto particolare, Elisa, donna muta e molto riservata, che non ha altri amici se non Giles (Richard Jenkins), il suo vicino di casa e Zelda (Octavia Spencer), la sua collega di lavoro.
Tutti personaggi che ho amato dall’inizio alla fine, compreso il villain di turno, interpretato da un Michael Shannon da Oscar (mi stupisco che non l’abbiano candidato). Ho adorato anche le varie scenografie anni ’60, la fotografia, che mette in risalto il colore verde e l’azzurro dell’acqua, importantissimi in certi contesti di certe scene, e le musiche di Alexandre Desplat, che danno quel tocco magico al tutto.
Più bello di Hellboy, anche meglio di Crimson Peak e nettamente superiore al Labirinto del Fauno, The Shape of Water è senza ombra di dubbio il miglior film con la miglior regia di Gulliermo Del Toro.
Agli Oscar ho puntato come mio favorito al premio “Miglior Film”, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, ma ammetto che se dovesse vincere The Shape of Water, esulterei in egual modo.
Giudizio complessivo: 9
Buona visione,
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