Regia: Édouard Molinaro
Ispirandosi ad una storica pièce de théâtre di Palais-Royal (belin mi sento Macron), Édouard Molinaro e Francis Veber (colonna portante della comédie française) realizzano una satira di costume che irride su di un tema molto delicato sia per l’epoca che per i giorni nostri: l’omosessualità.
Il risultato è un cult assoluto della commedia, grazie ad una sceneggiatura geniale e a due interpreti in stato di grazia: Ugo “Renato” Tognazzi & Michel “Albin” Serrault (vincitore del David e del César).
Famosissima la trama: Renato e Albin sono una coppia gay di Saint Tropez. Il primo è proprietario di un locale, La Cage Aux Folles (che è il titolo originale; il “vizietto” usato chez nous richiama il fugace desiderio sessuale che ha ogni tanto il personaggio di Tognazzi verso le donne), mentre il secondo fa la soubrette in suddetto night club.
L’armonioso idillio tra i due sarà messo a dura prova dalla notizia che il figlio di Renato (avuto da una precedente relazione di una notte con una donna, appunto il fugace “vizietto”) sta per sposarsi con la figlia di un importante deputato, bigotto e conservatore, il quale odia tutto ciò che è “diverso dal normale” (e quindi figuriamoci avere come cognati una coppia di cinquantenni omosessuali).
Tra litigi, prove di mascolinità e cambi immagine (le varie statue di uomini con falli abnormi presenti nella loro maison verranno sostitute da crocifissi, ma SPOILER occhio al culo nella nicchia FINE SPOILER), la fatidica sera dell’incontro tra i genitori arriverà molto presto e ovviamente tutta la pochade messa in scena (Albin, truccato e imparruccato, si fingerà la vera mamma del figlio di Renato) sarà smascherata da deputato e consorte, ma alla fine anche quest’ultimi saranno costretti a vestire i panni (più letteralmente che concettualmente) di Renato e Albin.
Memorabili alcune scene: gli urli isterici di Albin, l’incontro padre – figlio (scambiati per due amanti), “LE BOLLE!”, la lezione per essere come John Wayne (o almeno come una sua sorella), il cimitero di merda, l’intera cena finale….
Strepitosi i duetti con Jacob, maggiordomo di colore più omosessuale dei padroni.
Devo ammettere che, nonostante la mia passione esagerata per Tognazzi quando interpreta certi bizzarri ruoli (come Ugo ne La Grande Abbuffata ma in primis il Conte Mascetti di Amici Miei), il lavoro d’interpretazione di Serrault nella parte di Albin è eccezionale (fu sempre lui a recitarlo in teatro a Palais-Royal) e questo dimostra ancora una volta come i francesi ci sappiano fare nel mondo dello spettacolo.
Celestiali le musiche composte dal maestro Ennio Morricone (ma manco a starlo a dire).
Vinse il Golden Globe come miglior film straniero ed ebbe un remake con protagonisti Robin Williams, Nathan Lane (realmente omosessuale) e Gene Hackman (nella parte del deputato).
UN CLASSICO DELLA COMMEDIA DI COSTUME, CONSIGLIATO A TUTTI GLI AMANTI DEL TEATRO.
DA VEDERE ASSOLUTAMENTE SE SIETE ATTORI E DOVETE INTERPRETARE UN PERSONAGGIO OMOSESSUALE (qui, forse, abbiamo il massimo esempio di come si debba fare).
Giudizio complessivo: 9
Buona visione,
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