Regia: Kathryn Bigelow
Dopo Zero Dark Thirty, biopic sulla cattura di Osama Bin Laden, Kathryn Bigelow ritorna sul grande schermo, dirigendo Detroit, altra storia vera sulle centinaia di rivolte razziali tra bianchi e neri, che hanno avvolto la città, a fine anni ’60.
Questo è un film crudo, sporco ed angosciante, la cui violenza verbale ma soprattutto fisica, non manca; la Bigelow con i suoi movimenti di macchina molto frenetici, specialmente quando utilizza la sua camera a mano (come in quasi tutta la pellicola), ci teletrasporta direttamente in un mondo ormai consumato dalla guerra e dal razzismo.
Nonostante il ritmo sia abbastanza lento (ma non troppo) e il film abbia un minutaggio che raggiunge le 2 ore e 25 min., tiene col fiato sospeso per tutto il tempo, non facendoti nemmeno accorgere della sua lunga durata, perché tu spettatore, sei talmente preso da quello che sta accadendo, che te lo bevi tutto d’un fiato.
Non è presente un vero e proprio protagonista, perché in fondo lo sono tutti i personaggi coinvolti nella vicenda, ma due menzioni speciali vanno a John Boyega (che ritroveremo anche in Star Wars: gli Ultimi Jedi) e Will Poulter, qui da pelle d’oca, tant’è che l’Oscar se lo meriterebbe all’istante.
Un grandissimo contributo lo danno anche la fotografia, che rende il film ancora più lurido di quello che già è (naturalmente in senso positivo), e alle musiche, quasi inesistenti e francamente poco necessarie.
Un dramma che consiglio a chiunque abbia voglia di assaporarsi un po' di verità, o più semplicemente, lo stra-consiglio agli amanti delle true story fatte come Dio comanda.
Giudizio complessivo: 9
Buona visione,