Regia: Martin Scorsese
Capitolo conclusivo della Trilogia di Scorsese dedicata al mondo dei gangster e della malavita organizzata dopo Mean Streets e Quei Bravi Ragazzi.
Protagonista, anche questa volta, sarà Robert DeNiro, affiancato dal grandissimo Joe Pesci e dalla seducente Sharon Stone, femme fatale della quale parleremo più approfonditamente in seguito.
La storia prende spunto dalla realtà, dai rapporti realmente esistiti a Las Vegas tra Casinò e Mafia, rapporti durati per oltre quarant'anni e che hanno permesso, nel bene e nel male, la crescita smisurata di questo luogo sperduto nel deserto. Più nello specifico saremo al fianco di Asso (DeNiro), un allibratore ebreo che riesce a farsi strada fino a diventare il direttore del Tangiers, uno dei più prestigiosi casinò della città. Al suo fianco c'è Nicky (Pesci), un suo vecchio amico di infanzia che prende fuoco facilmente e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno, risolvendo spesso in modo violento ogni tipo di conflitto, da una banale discussione ad un vero e proprio regolamento di conti per strada. Durante l'ascesa economica e sociale di Asso, questi verrà a conoscenza della bella e malvagia Ginger (Stone) che lo rovinerà e gli farà passare le pene dell'inferno sfruttando il suo bel faccino per rubargli quanti più soldi possibile.
La figura di Ginger è una delle migliori della pellicola, la perfetta antitesi al freddo e calcolatore Asso. Lei è una donna che pensa solo al denaro e che è disposta a fare le cose più ignobili e meschine per arricchirsi. Il suo personagio sarà una delle chiavi per lo svolgimento della pellicola e molte volte vorremmo poter entrare nello schermo per picchiarla al posto del marito, ve lo garantisco.
Pregievole anche il comparto scenografico che riproduce fedelmente gli ambienti e, soprattutto, gli interni dei casinò di quell'epoca, a cavallo tra gli anni 60 e 80. Luci al neon, tappeti, drappi, quadri e un mondo assolutamente colorato e sgargiante che quasi ci ipnotizzerà. A contornare il tutto ci sono gli ottimi costumi dei protagonisti, vestiti assolutamente sopra alle righe (come i completi di Asso o le pellicce di Ginger) ma comunque mai fuori luogo, anzi, piuttosto possono essere considerate come parte integrante della scenografia.
Molto interessante la colonna sonora che, nel corso del film, cambia più volte registro, adattandosi all'anno in cui sono ambientate le diverse scene: si passa dal jazz alla disco alla musica orchestrale, un mix eterogeneo ma ben amalgamato che ci aiuterà a compiere un viagio nel tempo nell'eterna Città del Peccato.
Per quanto riguarda la narrazione Scorsese utilizza la tecnica della voce fuori campo per la quasi totalità del film alternando la voce di Asso a quella di Nicky, i due protagonisti che racconteranno la stessa storia ma, ognuno, dal proprio punto di vista. Altra caratteristica è la non-linearità della narrazione, infatti spesso i narratori ci porteranno con loro in digressioni forse non necessarie ma che ampliano la nostra concezione di quel mondo e ci permettono di avere un'idea più lucida di quel modo di pensare che, a volte, potrebbe sembrare completamente insensato.
Con le sue 442 parolacce, Casinò si conferma come uno dei migliori film di gangster mai realizzati assieme a Scarface e Quei Bravi Ragazzi; una pellicola che nessuno dovrebbe farsi sfuggire, anche solo per avere un'idea più vivida su un tassello di storia ormai parzialmente dimenticato.
Prima di concludere...
SPOILER
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Nonostante abbia trovato questo film realizzato davvero bene sotto quasi tutti i punti di vista, c'è una cosa che ancora non mi torna: alla fine del film la macchina di Asso salta in aria dopo la detonazione di una carica esplosiva posta sotto il sedile del passeggero. Lui ci dice che non muore grazie ad una piastra metallica presente sotto il suo sedile, e questo lo posso anche accettare. Ma dopo che la macchina viene totalmente avvolta dalle fiamme, è realmente possibile che sul suo corpo e sul suo volto non resti nemmeno la cicatice di una piccola ustione? Credo sia una scelta piuttosto assurda e poco credibile quella di non sfigurare DeNiro nella scena finale, ma magari è solo una mia impressione.
FINE SPOILER
Giudizio complessivo: 9
Buona Visione,
Stefano Gandelli
Trailer