Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Non ci siamo, non ci siamo, non ci siamo.
La storia è quella della famiglia Sawyer, famosa nella zona per scoprire sempre casualmente cadaveri nella loro fattoria. Un giorno uccidono la figlia dello sceriffo e questo, per ripicca, gli fa rinchiudere i figli in una specie di istituto psichiatrico correttivo nel quale gli viene cambiato il nome, così da spezzare qualsivoglia legame con la famiglia di origine.
INIZIO SPOILER
Questa è una scelta registica che, devo ammettere, funziona, specialmente perchè per quasi la totalità del film verremo portati a credere che l'assassino sia un certo Bud nonostante il vero Leatherface si nasconda dietro un altra persona. Questo se da un lato farà da colpo di scena, dall'altro ci farà rendere conto di aver sempre tifato per la persona sbagliata e che, in fondo, non abbiamo ancora capito quasi nulla sulla storia del protagonista (o presunto tale).
FINE SPOILER
Ad ogni modo, in questo istituto psichiatrico scoppia una rivolta e la giovane infermiera di turno verrà rapita e presa in ostaggio da un manipolo di evasi e resa partecipe della loro fuga verso il Messico. Qua il secondo problema del film: il protagonista. Nella sezione SPOILER (per chi giustamente l'avesse saltata) parlavo del fatto che di Leatherface in sostanza si parli poco nel film e, in parte, questo è dovuto al fatto che molte volte l'attenzione è catalizzata sull'infermiera che diventa un involontario protagonista che nessuno ha chiesto e del quale avremmo tutti fatto volentieri a meno.
Ma la scelta di mettere una giovane donzella indifesa, ma dai buoni principi, come protagonista è soltanto il primo dei mille cliché che permeano la pellicola; tante piccole cose che ci faranno pesare diverse volte di stare assistendo ad un vero taglia e cuci da altri film, nemmeno per forza horror. La scena del diner, ad esempio, ricorda moltissimo Pulp Fiction e quella in cui uno degli evasi fa mordere il marciapiede ad un altro per poi spappolargli il cranio è identica ad American History X. Copia? Omaggio? Non lo so ancora.
Il fatto di indirizzare la trama verso la fuga dall'Istituto rende Leatherface più simile ad un road movie che non ad un horror della saga a cui, di fatto, appartiene. Quel senso di marcio e depravazione è comunque presente, in piccole dosi, nella scena d'apertura e nel finale, due scene comunque troppo brevi per poter lasciare lo spettatore soddisfatto.
Proprio sulla prima scena volevo spendere due parole in quanto, nel giro di due minuti, già vedremo lo schermo riempirsi di budella (come è giusto che sia) ma dopo questa, per almeno quaranta minuti, sopraggiungerà la noia più totale. Personalmente odio la scelta di fare i primi minuti di un opera dove si spinge al massimo per poi dover aspettare altri cinquanta minuti per arrivare ad un secondo, timido climax che comunque non è d'impatto neanche lontamente tale a quello d'apertura.
Non tutto è perduto però, la violenza e gli effetti speciali sono realizzati a regola d'arte, riescono a essere veritieri e splatter al punto giusto, senza mai sfociare nel ridicolo e tenendo sempre lo spettatore concentrato ed ipnotizzato per la quantità di sangue che si riverserà sullo schermo.
Ma, vi chiederete voi, il film non ha anche dei buchi nella sceneggiatura? Ma certo!
Alcuni più visibili, altri meno, ma nel complesso ci saranno due o tre momenti nei quali storcerete il naso e vi chiederete a cosa diavolo state assistendo, come ad esempio quando, dopo la fuga dal manicomio, rubano una macchina e si dirigono nei campi. Dopo un po si fermano e si cambiano i vestiti. Non avete notato nulla di strano? Esatto, i vestiti da dove li hanno presi? Non venitemi a dire che li hanno trovati per caso nel bagagliaio della macchina perchè nessuno porta con sé magliette così grandi da stare ad un uomo di 200kg, quale uno degli evasi.
Oltre ad alcuni errori di questo tipo, comunque comprensibili, vorrei aprire una parentesi sulle scene di sesso, assolutamente fuori luogo ed inopportune.
La prima avviene durante la rivoluzione nell'istituto, tra gente che uccide le guardie e che scappa questi due criminali si mettono a farlo, così, in mezzo al caos e, soprattutto, senza motivo. Ma il peggio deve ancora venire.
Gli stessi due evasi più avanti dormiranno con il resto del gruppo in una roulotte e, ovviamente, si divertiranno. La cosa che mi fa schifo di questa scena non è tanto il fatto di fare sesso (che come circostanza ci può anche stare, perché no) ma il fatto che mentre lo stanno facendo lei continui a baciare e a leccare un cadavere in decomposizione trovato sul veicolo. Questo è assolutamente fuori luogo e stupido, non so come sia potuta venire un'idea del genere, e non venite a dirmi che lo stesso viene fatto per un'ora e mezza in Nekromantik, sono due questioni totalmente diverse come significato.
Ultimo dettaglio sul quale vorrei soffermarmi è l'idea di fondo della pellicola che, malgrado tutto, cerca di offrici un quadro psicologico del nostro assassino che, da innocente ragazzo, si trasforma in spietato assassino. Questo è lodevole, assolutamente, ma non è possibile che questo diventi matto nel giro di tre minuti di film, non è possibile. Tutti gli altri personaggi seguono un evoluzione logica di adattamento agli eventi ma Leatherface di punto in bianco passa da persona (circa) ragionevole a sadico killer. Bah.
Tirando un po le somme del discorso, il film è stato una delusione su quasi tutti i fronti e, dopo aver riflettuto un pò, mi ha lasciato con più dubbi che certezze.
Sconsigliato a tutti, tranne ai fan più incalliti del genere, aspettatevi un prequel, uno di quelli brutti che vanno di moda oggi.
Giudizio complessivo: 5.5
Buona Visione,
Stefano Gandelli
Trailer