Regia: Tune Fei Mou
Il sottoscritto deve ammettere, cari lettori, che non è un amante del cinema orientale….amo il cinema di casa nostra, degli zii americani e dei vicini francesi, ma le pellicole provenienti dal Sol Levante proprio non riesco a farmele piacere (gli unici casi sono i Monster movie, come Godzilla, Godzilla vs. King Kong, Godzilla vs. gli Astromostri, Godzilla vs. un orribile mostro alato con tre teste e alito tipo fogna di Calcutta….).
Però, ogni tanto, mi guardo qualche trashissima pellicola orientale (come il meraviglioso Riky-Oh, recensito recentemente) e devo dire che qualcosa dentro te la lasciano (che sia qualcosa di buono o di merdoso non importa, è sempre qualcosa).
Così, un anno fa circa, vidi questo Men Behind The Sun, film di fine Anni 80 ispirato ad una delle storie più sconosciute della Seconda Guerra Mondiale, ovvero quella di un campo di concentramento cinese nel quale venivano rinchiusi uomini, donne e bambini per essere usati come vere e proprie cavie da laboratorio, così da migliorare o addirittura inventare nuove tecniche di tortura.
Amanti del Medioevo e dell’Inquisizione accomodatevi in poltrona con Pepsi e Pop Corn!
Mai distribuito nel nostro paese, lo vidi in cinese senza alcun sottotitolo, quindi la maggior parte dei dialoghi (tranne le scene di tortura dove i poveri prigionieri urlano AAAAAAAAAA e quelli sono uguali in tutti i paesi….credo) non li ho capiti.
I primi 20/30 minuti di film sono piuttosto noiosi e mostrano la cattura di un gruppo di ragazzi dispersi in mezzo ad un deserto innevato (ma in Cina c’è la neve? No, non ce n’è tantissima, solo un Pechino…. Ahahahahahahahaha…vabbè torniamo alla recensione).
Dopo la prima mezz’ora così così ecco che la noia sparisce e si arriva nel paese dei balocchi con 5 scene che ogni amante del cinema horror DEVE VEDERE:
1) A un donna vengono congelate le mani e poi scaldate in acqua bollente, cosicché la pelle venga via solamente facendo il gesto di sfilarsi di dosso un preservativo, così da lasciare alla vista di tutti le ossa degli arti superiori;
2) Un uomo chiuso in una camera iperbarica viene schiacciato talmente tanto dalla pressione da causargli lo spruzzamento (si, tipo dentifricio) degli intestini dallo sfintere (la scena migliore del film, realizzata da Dio!);
3) Alcuni prigionieri vengono crocifissi vicino a dove tirano bombe (non atomiche…ma sempre bombe sono per la miseriaccia!) e, dopo le innumerevoli esplosioni, rimarranno gravemente sfigurati;
4) Un gatto viene divorato vivo da un gigantesco branco di topi (scena VERISSIMA, più vera della tartaruga di Cannibal Holocaust, che ricorda molto quella del gatto tra i topi infetti del film recensito precedentemente, Wild Beasts….comunque il regista ha sempre smentito sulla veridicità della sequenza….MAH!);
5) Un bambino muto viene vivisezionato ancora vivo (e la cosa terribile è che, per la scena, è stato usato il vero cadavere di un bambino deceduto concesso dai genitori alla produzione…..quando la realtà è più agghiacciante di qualsiasi pellicola!)
Bello il finale anche se non ho capito un cazzo di quello che ho visto!
Alla fine i dialoghi servono poco o niente e quello che deve rimanere rimane.
Ovviamente non ci troviamo di fronte a un capolavoro né di guerra e né di horror (anche sé, di film che uniscono questi due generi non credo ce n’è siano stati altri) ma ad un film che riporta in auge la vera storia mai raccontata dell’olocausto cinese utilizzando 5 scene che rimarranno impresse nella vostra mente (e nel vostro stomaco, di ferro o debole che sia).
Forse, se fosse stato composto solo da scene di tortura, sarebbe diventato un capolavoro che avrebbe coniugato perfettamente l’orrore con la guerra e probabilmente sarebbe stato il primo film di un lungo filone chiamato War-horror (e probabilmente, qui da noi, si sarebbe intitolato Salò 2 o le 240 giornate di Shangai).
UNA MARCHESATA DE SADE CHE VIVE GRAZIE A QUELLE 5 VIOLENTISSIME SCENE, LE QUALI (che, messe insieme, dureranno sì e no 30 minuti) VALGONO DA SOLE IL PREZZO DEL BIGLIETTO (e, da buon genovese, il prezzo del biglietto vale molto). GLI ALTRI 60 MINUTI SERVONO SOLAMENTE PER CALMARE LE ACQUE TRA UNA TORTURA E L’ALTRA.
LO STRACONSIGLIO A TUTTI I FAN DELL’HORROR (dello splatter soprattutto), MENTRE LO SCONSIGLIO AI FACILMENTE IMPRESSIONABILI (ovvero a coloro che già infartano vedendo i titolo di testa dell’Esorcista).
Giudizio complessivo: 6,9
Serena visione,
Nicolò Benincà
FILM COMPLETO