Regia: Luciano Salce
In tantissime recensioni, sia di commedie che anche di horror, ho citato molto spesso battute (le sorelle Anne e Babette Brown di Fracchia La Belva Umana, gli sturamenti di Fantozzi Il Ritorno….) o addirittura film (Rimini Rimini, I Pompieri…) di uno dei più grandi comici del nostro tempo, uno scrittore che ha messo alla berlina il mondo del lavoro (e non solo) in un mondo che, tra un’iperbole e l’altra, ricorda in maniera grottesca alcune dittature ancor oggi esistenti.
Tutto questo ideato da un genovese, un uomo che, con un carattere non certo dei migliori ha saputo farci ridere con cose stronzissime per l’epoca ma anche per oggi, un comico più che un attore che saliva sul palco e mandava a fanculo il pubblico, un “pagliaccio” che ci ha regalato l’ultima grande maschera della commedia all’italiana e che, purtroppo, è stato dimenticato in questi ultimi anni.
Certo, fare questo tipo di discorso dopo la sua dipartita è da ipocrita, ma è anche da ipocrita dire “E ma Villaggio dopo Fantozzi non ha più fatto niente” quando, al giorno d’oggi, non abbiamo un comico che riesca ad uscire fuori dal perbenismo incessante del tubo catodico e che, nel 2017, non mandi a fanculo (ovviamente sempre per lo spettacolo) il pubblico.
Adesso sarà ipocrita da dire ma Paolo Villaggio è stato uno dei più grandi comici italiani.
Dopo questa introduzione (che, probabilmente, sarà una “cagata pazzesca”) oggi parliamo del secondo, e per me migliore, capitolo della saga del Ragionier Ugo Fantocci…ehm Zanfossi…no ehm Pupazzi!
Si inizia con il nostro povero ragioniere costretto a fare uno straordinario nei notturni uffici della Megaditta; finché, all’alba, quando finalmente sta tornando verso casa per riposarsi, non viene travolto da un’orda di macchine dirette verso la Megaditta, così da costringerlo a ritornare nel suo ufficio.
Poi passiamo al viaggio – premio che Fantozzi vince in un sorteggio tra i vari dipendenti: sarà proprio lui ad accompagnare il Duca Conte Semenzara (interpretato da un magistrale Antonino Faà di Bruno) verso il casinò di Monte Carlo. Dopo una tragica notte passata in un agghiacciante treno, i due arriveranno nel lussuoso casinò, nel quale, tra toccatine di culo, la famigerata acqua Bertier, insulti (“Menagramo di un menagramo!”), rutti liberi e riti scaramantici, dei soldi vinti (miracolosamente da Fantozzi) ne farà uso solo il Duca Conte, concedendosi la compagnia di due prostitute durante il ritorno (Fantozzi, invece, sarà costretto a viaggiare in una maniera più “economica”).
Successivamente, insieme all’amico Filini, Fantozzi parteciperà ad una battuta di caccia che si trasformerà ben presto in una guerriglia stile Vietnam per poi partecipare all’inaugurazione di una nave aziendale nel porto di Genova con madrina proprio LEI, la Contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, la quale fallirà i diversi tentativi di rompere, come da tradizione, la bottiglia di champagne sulla nave.
In seguito la Contessa inviterà tutti i partecipanti dell’inaugurazione alla cena nella sua sontuosa villa suburbana, nella quale Fantozzi darà il peggio di sé: vestito con abiti strettissimi, divorerà un tordo intero (rischiando il soffocamento) e poi un pomodorino piccante 10.000 gradi fahrenheit. A metà del cenone, il ragioniere ruberà una macchina dal parcheggio per ritornare a casa, ma qualcosa di velocissimo e luccicante lo inseguirà….
Dopo essere stato scoperto dal direttore a vedere uno spettacolo al circo durante la mutua, arriva la gag più famosa del cinema italiano: costretto a vedere quasi tutti i fine settimana qualche perla del cinema d’essai, Fantozzi (durante una serata in cui giocano gli azzurri) trova il coraggio di “recensire” il film visto quella sera (La Corazzata Kotiomkin) davanti al superiore Guidobaldo Maria Riccardelli.
E qui, signori, è storia: “Per me….La corazzata Kotiomkin….è una CAGATA PAZZESCA!👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏 92 minuti di applausi” […] “Guidobaldo Maria Riccardelli fu costretto per due giorni e due notti consecutive a visionare ininterrottamente a rotazione Giovannona Coscialunga, L’Esorciccio e La Polizia S’Incazza”.
Sfruttando l’occasione della partenza della moglie Pina e della figlia Mariangela, Fantozzi, in compagnia di Filini e del sempre spandimerda Calboni (sposato con la Signorina Silvani), si reca nel semi-deserto night club “L’ippopotamo”, dove verrà spennato di quasi tutto il suo stipendio.
Poco dopo realizzerà un sogno: fare una vacanza a Capri con la Signorina Silvani. Qui i danni causati da Fantozzi saranno catastrofici: una barchetta distrutta, un faraglione distrutto, il fondale di una piscina distrutto, cambiali da capogiro….
Dopo il ritorno di Calboni dalla Silvani, Fantozzi tenterà il suicidio….però sarà ripescato e venduto come cernia surgelata.
Ritornato dalla sua famiglia, il ragioniere riceverà una telefonata divina: il Megadirettore in persona, il quale affiderà a Fantozzi un ruolo di prestigio: il PARAFULMINE AZIENDALE!
Recensione lunghissima di uno dei capolavori della commedia italiana che non merita presentazioni.
Personalmente, i miei preferiti di Villaggio sono:
1) Il secondo tragico Fantozzi
2) Fracchia la belva umana
3) Rimini Rimini
E i vostri?
UN CLASSICO. NULLA DA AGGIUNGERE.
CONSIGLIATO A TUTTI I CITTADINI DELLO STIVALE.
Giudizio complessivo: 10
Enjoy,