Raw


Regia: Julia Ducournau

Dunque l’attesa per questo film era grandissima (forse pure troppa), un po’ per i commenti entusiastici che si sentivano in giro, un po’ per le dicerie su alcuni spettatori (davvero mi piacerebbe conoscerli, per capire qual è il loro problema) che, durante la proiezione, si sono lasciati abbandonare a reazioni incontrollate per alcune situazioni presumibilmente oltre il limite. 

Tutto ciò ovviamente mi puzzava un po’, sapeva molto di trovata pubblicitaria per invogliare i fan dell’estremo a farsi convincere nel gettarsi a testa bassa nella visione di questa pellicola e le impressioni non erano totalmente sbagliate.

E infatti mi chiedo, questo Raw (o Grave, fate voi) può essere considerato un film così terribile, tale da giustificare svenimenti in sala, gente che si strappa i capelli, gente che si li mangia vomitandoli subito dopo come se non ci fosse un domani (a proposito, la regista avrà mica visto The Ring?) ecc ecc…?

Non credo proprio, ho visto ben di peggio, ma se invece ci si domanda se questo è un film che possano vedere tutti senza problemi, ovviamente rispondo di no, perché sia le tematiche trattate, che alcune scene non facilissime da digerire (sia per noi che per i protagonisti immagino) possano effettivamente turbare chi è abituato a commuoversi su pellicole in stile Titanic o ad entusiasmarsi per avventure alla Avatar.


Ripercorrendo però tutta la storia, è difficile onestamente trovare spunti tali da poter giustificare un inserimento di questo lavoro all’interno di quel ristretto gruppo di film “estremi”, dei quali fare menzione durante le conversazioni inerenti l’argomento.

Ma non tutto è da buttare, ci mancherebbe; alcuni spunti interessanti ci sono e già l’incipit, non avendo io esattamente una gran considerazione per i vegetariani/vegani, non può che essere di mio gradimento.

Il comparto tecnico è di buon livello, non ho appunti in questo senso e la prestazione recitativa nel complesso l’ho trovata piuttosto convincente. La ragazzina in particolare (tale Garance Marillier) si divincola molto bene, riuscendo a risultare piuttosto inquietante con quella faccia sempre più segnata dagli eventi, via via che la situazione si fa sempre più delicata, ma pure gli altri non sfigurano.


Gli effetti splatterosi, limitati ma ben dosati, sono fatti bene e trovano la miglior realizzazione nella scena in cui, verso la fine, la piccola Hannibal Lecter (per altro poi decisamente sconfitta dalla sorella, (brava pure lei) nella battaglia a chi ha più appetito), si ritrova sotto le coperte con l’insolitamente silenzioso compagno di stanza. 

Il finale poi mi è piaciuto, anche se non si può parlare di gran sorpresa, ma nel complesso ci sta, perché riesce a concludere la vicenda in maniera dignitosa, senza esagerare oltremisura.

E qui si chiudono le buone notizie, almeno per quanto mi riguarda.

Tutto il film infatti rimane costantemente in bilico tra la retta via e il grottesco involontario, finendo in più di un’occasione per precipitare verso quest’ultima direzione. Il combattimento tra sorelle ne è l’esempio più calzante, una sequenza davvero imbarazzante con quel duello all’ultimo morso che francamente non si può proprio guardare. 


In aggiunta a quanto appena detto, si nota una trasformazione da parte della ragazzina decisamente troppo rapida per essere almeno in parte credibile. Ciòè, d’accordo che essere vegetariani probabilmente fa schifo, ma non può bastare ingurgitare un rene di coniglio a farti trasformare di colpo nel peggiore dei cannibali, anche se forse il DNA ha offerto il suo contributo in tal senso.

E poi ci sono troppe faccende buttate li a caso senza un nesso, giusto per riempire gli spazi vuoti, ma scollegate tra loro. Ci si chiede spesso quale sia stato il vero obiettivo, con una serie di domande alle quali fatico a trovare risposta. Ma c’è un senso preciso? Si vuol criticare qualcuno o qualcosa? Verso chi o che cosa deve essere rivolta l’attenzione?.

Si nota infatti più che altro una cozzaglia di storie e tematiche che provano ad incontrarsi senza successo: il cannibalismo, il rapporto difficile tra sorelle, il tizio gay che però di fronte alla figa comincia a capire che in effetti non era poi così male quella roba lì, i festini universitari che si spingono oltre e pure altro che ora non mi sovviene.

Insomma la sensazione è quella di una gran confusione, che però merita in ogni caso di essere vista, perché sicuramente potrei essere una voce fuori dal coro e molti di quelli che lo vedranno potranno imbattersi nel filmone che da tempo andavano cercando.

Giudizio complessivo: 6
Enjoy,





Trailer


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