Regia: Eli Roth
Tra i tantissimi sottogeneri che caratterizzano l'horror ce n'è uno in particolare chiamato Torture Porn. Esso è caratterizzato, come si può anche intuire dal nome, da torture, gore e nudità.
Nonostante si consideri Saw L'Enigmista come primo "Torture Porn" in assoluto, è grazie al film che recensirò, che è stato coniato il suddetto termine.
La pellicola in questione è Hostel, prodotto dal maestro Quentin Tarantino e seconda opera diretta da Eli Roth, dopo il fantastico Cabin Fever.
Il successo al botteghino porterà poi alla realizzazione di altri due capitoli, che recensirò in seguito ;)
La trama all'incirca si può riassumere in poche righe: tre ragazzi, in cerca di sesso e droga, arrivano fino a Bratislava. Ed è li che finiranno vittime di un "Club esclusivo" di pazzi miliardari a cui piace torturare la gente.
Da un "plot" del genere, una serial killer come me, non può che sfregarsi le mani e mettersi alla visione. Ma...c'è un ma.
Il film di Roth, fin dalla sua uscita, ha avuto la nomea di essere "uno dei film più estremi in circolazione", ed è forse questo ad avermi deluso un pochino.
Di sangue, torture e momenti disgustosi, badate bene, ce ne sono. La scena del bulbo oculare tagliato me la ricorderò per sempre, per esempio.
Eppure, questi momenti, vengono...come dire...stemperati? rovinati? Si, rovinati è la parola giusta...vengono rovinati da trovate estremamente trash.
Non che sia una novità eh, Eli Roth tende sempre ad aggiungere punte di trash gratuito in ogni suo film. Da The Green Inferno fino a Cabin Fever.
E questo, secondo me, è il perché ancora il regista non abbia sfornato un capolavoro.
Ma non è il solo problema del film, il trash, purtroppo. I dialoghi tra personaggi, per esempio, non brillano, ma andranno a peggiorare (come qualsiasi altra cosa) nel terzo capitolo. Perciò non mi lamento.
Dimenticabilissima anche la prima mezz'ora di pellicola, che sembra più un prequel di "Una Notte Da Leoni" che un film horror.
E ho detto tutto.
Ciononostante, la seconda opera di Roth eccelle in diversi punti. Primo su tutti: la location.
La scelta dell'austera e oscura Bratislava non poteva essere più azzeccata, e rende l'opera molto più realistica, rispetto ad una città come...ehm...Las Vegas per esempio? (Ogni riferimento ad un certo sequel è puramente casuale).
Punto di forza sono gli effetti speciali, che in un film del genere devono essere assolutamente di alto livello, sennò si rischia di realizzare una...cagata.
Di alto livello anche il cameo di quel pazzo genio di un Takashi Miike, nei panni di uno dei milionari pervertiti del club (ad essere sincero, solo per questo avrei dato la sufficienza al film di Roth).
Il merito principalmente di Hostel è forse quello di essere stato il primo "disturbing movie" (se così si può definire) ad aver avuto risonanza in tutto il panorama horror mainstream.
Con una maggiore serietà complessiva, Hostel sarebbe potuto diventare un vero capolavoro, ma sfortunatamente si piazza nel limbo dei film con grandi potenzialità ma non sfruttate a pieno. Peccato.
Giudizio complessivo: 6.6
Buona visione,
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