Regia: Stacy Title
Era da un po’ che facevo la caccia a questo film, perché effettivamente era stato presentato piuttosto bene ed era quindi lecito attendersi qualcosa di interessante.
Sebbene infatti alcuni spunti decenti li si possono pure trovare (impegnandosi parecchio a dire il vero), la delusione a fine visione è impossibile da mascherare, vanificando così tutte le aspettative venutesi a creare (probabilmente troppo elevate).
L’inizio tuttavia è incoraggiante e alimenta le speranze, grazie pure al tormentone “Don’t think it, don’t say it, Don’t think it, don’t say it, Don’t think it, don’t say it, Don’t think it, don’t say it…”, ripetuto all’infinito, scritto ovunque pure nei bigliettini ficcati all’interno dei Baci Perugina e preludio a quello che dovrebbe essere il terribbbbile protagonista della vicenda, che non cito come vuole la cabala e come suggerisce il suddetto tormentone.
E già perché la storia è interamente costruita su di esso, con un’attesa nel capire chi si cela dietro a tutta la baracca che consente di arrivare a fine visione senza troppa fatica.
Certo è che trovandoci di fronte il solito gruppo di ragazzi (un po’ risicato stavolta), la solita casa fuori mano, i rumori e le presunte possessioni o chi per loro, ci vuole davvero qualcosa di serio per stupire lo spettatore e francamente qui non ce n’è traccia, a partire dal Bye Bye Man (oops l’ho nominato e mo so’ cazzi, anzi appena leggete queste poche righe fatemelo sapere che mi tocca venire ad uccidervi mannaggia a voi), sul quale onestamente non ho trovato il giusto approfondimento che si sarebbe meritato.
È chiaro che, per analogia delle situazioni trattate, il riferimento al Babadook viene quasi spontaneo e, senza spoilerare troppo né l’uno né l’altro, l’augurio che si vada verso quella strada lì uno se lo fa. Ma anche qui veniamo esauditi solo parzialmente, perché in effetti viene intrapreso un percorso simile, ma in questo caso tutta la faccenda si risolve in maniera banalotta ed approssimativa, senza una vera spiegazione sull’origine del Bye Bye Man (maledizione l’ho ridetto!) e di come esso prenda possesso della mente dei poveri malcapitati di turno (inclusi voi non scordatevelo!).
Le apparizioni poi sono tutte un po’ forzate e di situazioni realmente di terrore non se ne vedono. Il sangue è dosato col contagocce ed ecco che l’appartenenza della pellicola al genere horror comincia ad essere messa seriamente in pericolo.
Qualche scena meritevole c’è (vedi per esempio quella della vetrina), la recitazione del ragazzo (il fidanzato di lei intendo) non è malaccio e la curiosità di vedere come sarebbero andate a finire le cose si mantiene costante (e a tal proposito avevo in mente un finale che, seppur quello proposto non sia totalmente da buttare, avrebbe spaccato dibbrutto).
Ma non basta, perché in fin dei conti il film non svolta mai e resta piuttosto anonimo; sì d’accordo ti passi il tempo un ora e mezza, ma potresti impiegarlo decisamente meglio anche perché in alcuni momenti un po’ di noia rischia di sopraggiungere.
Bocciato
Luca Rait
Trailer