Regia: Henry Joost, Ariel Schulman
Tutto sommato questo Nerve è un buon film che si lascia guardare insomma, pur rendendosi chiaramente protagonista di alcune banalità e vizi di fondo che probabilmente sono figli del voler esasperare una realtà dove ormai, senza il tuo device personale, non sei nessuno e dove, senza qualche migliaia di follower (da qualsiasi tipo di social/gioco essi provengano), sei solamente un insignificante e semplice “Watcher”.
È chiaro che, sin dalle prime battute, questo film strizza l’occhio in primis a tutte quelle pellicole che in un modo o nell’altro hanno affrontato più o meno direttamente argomenti associabili a questo (e mi riferisco ai vari The Den, Unfriended o Friend Request) ed in secundis al buon 13 Beloved, dove appunto ritroviamo il tema delle prove da affrontare. Prove che, a voler essere cagacazzi, si svolgono un po’ troppo rapidamente per rendere credibile un gioco che appare così popolare, ma d’altronde questo ci tocca e questo ci prendiamo.
Il collegamento con gli illustri colleghi citati precedentemente lo si coglie immediatamente dalla prima immagine, dove appunto il protagonista è lo schermo del PC, che ci introduce a questa sorta di viaggio alla scoperta dei tranelli che il web ti tende, soprattutto se sei un ragazzino in cerca di notorietà (e pure di soldi facili perchè no) che ha come unico interesse quello di accrescere la sua popolarità tra i propri coetanei.
Ed eccoci infatti la storia di questa Vee (sfigata già in partenza in quanto in possesso di dispositivo Apple) che, dietro a motivazioni piuttosto banalotte e scarsamente approfondite, decide di lanciarsi, direi piuttosto frettolosamente, all’interno di questa avventura online.
Il gioco devo ammettere che intriga, probabilmente perché in fin dei conti noi tutti siamo un po’ “Watcher”, anche se oggettivamente il rischio cagata è dietro l’angolo. Rischio che però viene scongiurato, grazie ad un’action convincente, molto serrata e condita da una serie di prove tutto sommato credibili e ben confezionate, che contribuiscono a rendere il prodotto interessante e piacevole da seguire.
Buona poi l’esaltazione di come i giovani protagonisti della vicenda si facciano influenzare dal momento; ricordo in particolare un immagine dove, di fronte ad una delle situazioni più pericolose venutesi a creare, rimangono tutti a fissare i propri telefoni quasi ipnotizzati dall’aspetto ludico della vicenda. Peccato solo che alla fine il tema principale, così come ogni tentativo di denunciare una situazione non molto distante da quella che si osserva quotidianamente nella vita reale, rimangano solo accennati, senza un effettivo approfondimento che probabilmente però avrebbe stonato con la decisione di privilegiare maggiormente altri aspetti.
La prestazione del cast non dispiace, con particolari menzioni per una Emma Roberts che si destreggia molto bene all’interno del ruolo disegnatole per l’occasione e per una Juliette Lewis che si concede un’ottima partecipazione nei panni della madre della suddetta protagonista.
Le ambientazioni sono molto suggestive, con una splendida New York a farla da padrona, in particolare con fantastiche inquadrature a larga scala che ne esaltano ancor di più il suo innegabile fascino.
Il finale convince, anche se forse ci si attendeva altro. Sarà davvero chiuso Nerve o ritornerà a fare capolino sui telefoni dei ragazzi? È questa principalmente la domanda che ci accompagnerà dopo i meravigliosi titoli di coda, che chiudono al meglio quest’ora e mezza abbondante di buon intrattenimento, che effettivamente vola via in un attimo, lasciandoci convinti di aver fatto la scelta giusta nel momento in cui abbiamo pigiato PLAY.
Enjoy,
Luca Rait
Trailer