Regia: Na Hong-Jin
Il 2016!
Un anno che ci ha regalato delle opere imperdibili e che rimarranno per sempre impresse nella storia del cinema horror, nel bene o nel male.
Sopratutto nel bene se si parla di film provenienti dalla cara vecchia Asia.
Per fare qualche esempio illustre: Train To Busan ha ricevuto tantissime critiche positive ed è stato uno dei miei preferiti dell'anno passato, mentre I Am A Hero (che non ho ancora avuto l'opportunità di visionare) si preannuncia persino superiore al suo compare Sud Coreano!
La recensione di oggi però riguarda uno dei film che reputo già come un capolavoro moderno: The Wailing (Il Lamento), horror Sudcoreano diretto da Na Hong-Jin e con, nel cast, Kwak Do-Won, Hwan Jung-Min e Chun Woo-Hee (tutti davvero molto bravi).
Ma vediamo il perché reputo quest'opera come uno dei migliori film dell'orrore degli ultimi anni.
Prima di tutto, la trama; il film gira intorno ad un poliziotto, incapace e goffo (per questo sempre maltrattato dal suo capo), che assiste agli eventi inspiegabili che minano la tranquillità della cittadina in cui vive, colpita da una strana pandemia che rende gli abitanti simili a "zombie".
E quando la cura per la pandemia non si trova, la realtà lascia lo spazio alla superstizione.
Assisteremmo a eventi paranormali, esorcismi e possessioni demoniache (che, William Friedkin levati proprio), fino a fantasmi che camminano tra gli uomini e viceversa.
Come in Train To Busan, anche qui parliamo di morti viventi ma, mentre nel film diretto da Yeoun Sang-Ho loro sono i veri protagonisti, in The Wailing sono più delle comparse.
Gli "zombies" sono infatti soltanto un pretesto del regista per farci rendere partecipi di quello che accadrà nelle due ore e mezzo di film, dove i morti viventi saranno solo lo sfondo di qualcosa di peggiore.
Molto peggiore.
Parlando del comparto tecnico, la fotografia è estremamente ricercata; gli scorci di paesaggio, dominati dai colori caldi che il regista ci offre, sono davvero stupendi e lasciano sapientemente spazio ai colori freddi e all'oscurità man mano che ci addentriamo nel mistero che avvolge la cittadina.
La regia di Na Hong-Jin è magistrale e, chiedo venia ma non ho mai visto suoi film prima di questo, per cui cercherò di recuperare i suoi vecchi lavori al più presto!
Il regista ci racconta qui una ghost story intensissima, davvero molto originale e che terrà lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine.
Un opera che soddisferà tutti i palati, anche quelli più fini, che però potrebbero trovare negativa l'assenza di una spiegazione chiara di tutto quello che accade durante il lungometraggio.
Questo per via del colpo di scena finale criptico, e non di facile comprensione che, personalmente, ho davvero apprezzato.
Consigliato a tutti, anche a chi non piacciono gli horror made in Corea.
Ne rimarrete sorpresi, ve lo assicuro.Giudizio complessivo: 9
Buona visione,