Regia: Martin Scorsese
Silence, silenzio.
Siamo nella prima metà del 1600 e Padre Ferreira, ambasciatore della fede cristiana in Giappone, deve lottare contro le persecuzioni nei confronti dei cristiani che, in quegli anni, hanno mietuto migliaia di vittime. In Portogallo un mercante olandese porta una lettera nella quale viene detto che Padre Ferreira ha abiurato e si è sposato, portando uno scandalo in Europa. Due padri educati da Ferreira stesso, Padre Garupe e Padre Rodrigues, non possono credere ad una cosa simile e decidono di andare in Giappone a verificare loro stessi la situazione ed, eventualmente, benedire il fratello smarrito nel caso di una reale abiura.
Questa è la trama dei primi minuti della pellicola, che dura oltre le due ore e mezza e ci catapulterà all'interno di una delle pagine più nere della storia del Giappone.
Partiamo col parlare del titolo, Silence. Perchè Scorsese lo ha scelto? Il silenzio in questa pellicola avanza su due fronti: uno ambientale e uno religioso. Il silenzio ambientale è quello che realmente sentono i protagonisti, il silenzio di una natura muta nella quale sentiamo i timidi passi delle comunità cristiane che si nascondono e pochi altri suoni, come il fruscio delle foglie o lo sciabordare delle onde sulla spiaggia. Il silenzio religioso invece è il silenzio di Dio, un Dio che più volte nella pellicola ci verrà descritto, ogni volta in modo diverso, ogni volta dandoci un nuovo spunto di riflessione.
Dio non parla mai ai nostri Padri, nonostante loro lo invochino continuamente. Si sentiranno smarriti, impauriti, folli e perplessi, si chiederanno se tutta la violenza causata dalle persecuzioni sia realmente necessaria, si chiederanno se il martirio abbia senso e se l'abiura abbia senso. Ci verrà mostrata la fede per eccellenza, quella dei contadini che, nella loro povertà, riescono a superare addirittura quella dei gesuiti stessi che, non aspettandosi una fede così potente, si sentono quasi inadatti a ricoprire quel ruolo.
Verrà trattato approfonditamente il tema della sofferenza e del martirio, facendo continui riferimenti alla vita di Cristo e a ciò che ha passato per la salvezza degli uomini. Interessante poi anche il confronto culturale con il buddismo, religione dominante in Giappone e che, sia fisicamente che ideologicamente, si scontrerà più volte con la fede cristiana.
Tralasciando i mille spunti di riflessione del film, tecnicamente è altrettanto magnifico. La scelta di usare in pochissime scene delle musiche come colonna sonora è perfetta, si sposa con il messaggio della pellicola e ci permetterà una maggiore immersione, in un silenzio mistico e contemplativo. Le ambientazioni scelte sono mozzafiato anche se, per scelta del regista, i colori non saranno mai accesi ma tenderanno al grigio. Il sole non apparirà quasi mai durante il film ma prevarranno scene con nubi e forte nebbia, nebbia nella quale anche i due Padri sono smarriti.
A proposito degli attori, Andrew Garfield (Padre Rodrigues) riesce a tenere sulle sue spalle il peso importante di questa pellicola, fungendo da protagonista indiscusso e carismatico personaggio del quale prenderemo subito le difese, anche se ogni tanto saremo messi davanti a scelte moralmente difficili.
Adam Driver abbandona i panni di Kylo Ren per entrare in quelli di Padre Garupe e, nonostante offra un ottima prova recitativa, non viene approfondito come personaggio, o almeno non come Padre Rodrigues.
Liam Neeson è Padre Ferreira, il mentore spirituale dei due sopracitati e (purtroppo) il suo ruolo è marginale all'interno della pelliocola e lo vedremo solamente nella scena di apertura e nelle fasi finali. Nonostante questo, per quel poco che fa, è perfetto. Tadanobu Asano è l'interprete dell'inquisitore ed è uno dei personaggi migliori del film, grazie al suo charme e alla sua pacata sete di uccidere.
Da segnalare poi la presenza di Shinya Tsukamoto, quel folle uomo regista di capolavori underground come Tetsuo.
Silence è quindi un film più che consigliato ma che richiede attenzione, concentrazione e voglia di interrogarsi, indipendentemente da quale sia la vostra fede.
Buona Visione,
Stefano Gandelli
Trailer