Regia: Vincent Ward
Attenzione, contiene Spoiler!
Il film si apre con Chris e Annie, due ragazzi americani che casualmente si incontrano in barca su un lago svizzero. Subito scocca la scintilla tra i due e presto si fidanzano, sposandosi poco dopo e avendo due bambini, Ian e Marie.
Tutto procede per il meglio fino al fatidico giorno in cui i figli muoiono in un incidente autostradale mentre la bambinaia li portava a scuola. Il trauma viene superato abbastanza facilmente da Chris, mentre Annie cade in una profonda crisi depressiva, venendo ricoverata anche in un ospedale psichiatrico. Una volta che entrambi superano il lutto dei figli, un'altra sciagura si abbatte sulla famiglia: Chris muore a sua volta in un incidente d'auto. Questa volta però noi spettatori non saremo dalla parte dei vivi ma verremo mandati nel mondo dei morti assieme a lui, in un viaggio tutt'altro che terrificante.
Appena morto infatti, starà vicino alla moglie sconvolta ma presto si ritroverà nel proprio Paradiso in quanto, secondo il regista, ognuno di noi una volta morto si può creare il proprio Al di Là. Chris, da amante della pittura, decide inconsapevolmente di vivere nel quadro dipinto dalla moglie per lui, il quadro che rappresenta il lago Svizzero nel quale si sono incontrati la prima volta.
Questo paradiso colorato però non è destinato a durare, infatti presto Annie, devastata dal dolore, si toglierà la vita, finendo all'Inferno. Il compito del protagonista sarà quello di scendere negli abissi per recuperare la moglie amata, in una sorta di moderno mito di Euridice ed Orfeo.
La cosa che maggiormente si fa notare del film è l'aspetto estetico, davvero particolare e difficile da ritrovare in altre pellicole, specialmente in generi così indirizzati verso il sentimentale ed il melodrammatico. Il Paradiso di Chris sarà un bellissimo mondo fatto di pittura, dove ogni cosa è fatta di tempere e dove tutto risplende di una luce soffusa e calda. Dall'altra parte, l'Inferno di Annie è quanto di più simile al mondo devastato di Mad Max, con personaggi grotteschi e tinti in faccia che urlano e si dimenano nel buio. L'Inferno è dominato da colori freddi e da carcasse di enormi navi, un luogo desolato nel quale la donna verrà trovata immersa nel terreno con solamente la testa fuori.
Il punto di forza del film è quindi la caratterizzazione degli ambienti che ricalcano molto l'idea dantesca del viaggio negli Inferi, solo che questa volta il viaggio sarà al contrario, dal Paradiso all'Inferno. In tutto ciò, Chris sarà guidato da Albert, un dottore con il quale da ragazzo ha fatto il suo primo tirocinio, un moderno Virgilio che lo condurrà nei vari regni e più volte gli mostrerà la giusta via da prendere. Importante anche l'influenza dell'arte che permea la pellicola e riempie ogni spazio, dai momenti gioiosi a quelli più cupi, così da elevare questa forma di comunicazione a qualcosa di semi-divino ed immortale.
Robin Williams interpreta il protagonista e ci regala una performance ottima, come sempre, riuscendo abilmente a destreggiarsi tra scene comiche, sentimentali, drammatiche ed oniriche. Cuba Gooding Jr. è Albert, la guida, ma non riesce invece a dare il meglio di sé, lasciandoci con un interpretazione forse un po' troppo sopra alle righe.
Il punto di debolezza della pellicola è il ritmo. La sceneggiatura non è male ma viene speso troppo tempo in riflessioni nemmeno troppo profonde ed in situazioni che si sarebbero potute svolgere in modo più veloce. Nonostante quindi il film cerchi di farci riflettere sul significato di bene e male e di ciò che vuol dire esistere, dopo le due ore di durata sembrerà di aver visto un film di almeno tre ore e mezza, danneggiando quindi un film che, in mano ad altri registi (non posso non pensare a Gaspar Noé), sarebbe certamente diventato un capolavoro assoluto.
Consigliato agli amanti delle storie strappalacrime e a chi vuol vedere una trasposizione della Divina Commedia in salsa amorosa.
Buona Visione,
Stefano Gandelli
Trailer