Regia: James DeMonaco
Dopo l’ottimo primo episodio di questa saga, è innegabile che la curiosità di proseguire nella visione si fa strada prepotente, con tutti i rischi del caso, legati al più o meno universale fallimento della maggioranza dei sequel che ho visto fino ad oggi.
E in questo caso, pur rimanendo lievemente al di sotto di quanto visto prima, non ci possiamo lamentare, trovandoci di fronte ad un altro film interessante, che sfrutta chiaramente l’idea di fondo già ampiamente sviluppata, ma che qui viene mostrata da un punto di vista totalmente diverso e, se vogliamo, ben più ambizioso.
Viene infatti abbandonata l’idea dell’home invasion vista precedentemente, in favore di quel viaggio in mezzo alla città in rivolta, che già ci si attendeva, pur non disdegnando l’imprevista alternativa, nel primo capitolo. Questa svolta probabilmente è il frutto del successo avuto l’anno prima, che ha reso possibile un budget decisamente più elevato, il quale a sua volta ha consentito di mostrare un’ambientazione piuttosto suggestiva tra le via della città che, sia nella sua versione lugubre e desertica del pre casino, che in quella caotica del casino più totale, riesce ad essere inquietante il giusto e a gettare le basi per una action molto sostenuta e capace di intrattenere molto bene, regalando pure diversi episodi di apprezzabile suspance.
Indubbiamente questa struttura narrativa rende di più e forse risulta più adatta ad enfatizzare il concetto dello “Sfogo”, permettendo inoltre di intrecciare più vicende contemporaneamente e di raccontare diverse storie che, in alcuni casi, avrebbero forse meritato un maggiore approfondimento (per esempio quella del padre o quella delle sorelle).
Anche la politica riveste un ruolo decisamente più importante, con addirittura un coinvolgimento diretto del governo nelle fasi clou del gioco e un ancor più enfatizzato risalto che viene dato alla lobby delle armi, con alcune sequenze, soprattutto ad inizio film, dove si vede proprio un commercio all’ingrosso che manco all’Ipercoop di Modena Grandemilia.
Il cast scelto per l’occasione non l’ho trovato invece esattamente azzeccato e non brilla certo per la prestazione fornita sul campo, fatta esclusione per Frank Grillo, ottimo nelle fasi d’azione e guerriglia urbana, un po’ meno nelle fasi di recitazione face to face con gli altri protagonisti.
Ad accentuare questo aspetto negativo contribuiscono poi alcuni dialoghi non esattamente tarantiniani e, in alcuni casi, al limite del fastidioso come i vari “Sii prudente”, che occupano circa il 67% dei primi 6 minuti e mezzo.
I vari inseguimenti, sparatorie, spargimenti di sangue e vendette personali più o meno riuscite funzionano nella maggior parte dei casi, anche se a volte danno origine ad episodi lievemente irreali e ad uno svolgimento un po’ forzato in particolar modo nella parte centrale.
Il finale non mi è parso entusiasmante, forse avrebbe necessitato di una maggior dose di cattiveria, ma nel complesso il film risulta gradevole, con titoli di coda molto interessanti.
Solo un dubbio mi viene ed effettivamente me lo porto dietro già dal primo capitolo. Ma se un minuto dopo che finisce il tutto, approfittando del fatto che tutti si rilassano, me ne approfittassi per un ultimo guizzo volto a fare piazza pulita di chiunque mi sta intorno, chi cazz. se ne accorgerebbe?
Enjoy,
Luca Rait
Trailer