Quando 12 oggetti non identificati appaiono improvvisamente sulla terra, la linguista Louise Banks (Amy Adams) insieme al fisico teorico Ian Donnelly (Jeremy Renner) vengono selezionati dall'esercito americano per comunicare con la razza aliena e capire le motivazioni di tale arrivo.
Dunque partiamo col ricordare, per i più disattenti, che questo Annabelle è un cosiddetto spin-off del primo Conjuring, film durante il quale fa la prima comparsa la bambola protagonista di questa vicenda.
Non fatevi ingannare dal titolo, scordatevi pure la Sardegna, i fenicotteri rosa, Carloforte e tutto ciò che vi ruota attorno, perché qui non ci sarà nulla di tutto questo e, se siete appena appena schizzinosi, vi conviene fuggire a gambe levate non solo dalla visione, ma pure dalla lettura delle prossime righe.
Prima di iniziare questa recensione voglio informarvi che il cinema italiano non mi è mai piaciuto più di tanto e la mia conoscenza di esso è molto limitata (tranne che per quanto riguarda l'horror di Argento e Compagnia).
Tarnation è uno di quei film che ti fanno riflettere anche parecchio dopo averli visti, uno di quelli che ti fa capire che il mondo, spesso, non è bello quanto possa sembrare.
Prodotta da Pedro Almodovar, questa pellicola argentina (ebbene si, anche loro fanno film e non solo telenovelas) è passata nelle sale del 2014 durante il periodo di Natale, come uno spirito tra le nebbie scozzesi.
Ed eccoci finalmente alla terza fatica riguardante le faccende legate allo Sfogo annuale statunitense, che mi ha portato a vedere i 3 film in rapida sequenza, lasciandomi nel complesso piuttosto soddisfatto.
Dopo l’ottimo primo episodio di questa saga, è innegabile che la curiosità di proseguire nella visione si fa strada prepotente, con tutti i rischi del caso, legati al più o meno universale fallimento della maggioranza dei sequel che ho visto fino ad oggi.
Siamo nel 1996, un cacciatore di tesori è alla ricerca del relitto del Titanic per cercare Il Cuore dell’Oceano, un fanvoloso diamante affondato con la nave quasi un secolo prima. Dopo aver recuperato quindi la cassaforte giusta dal fondale marino la apre e suo malgrado scopre che del diamante non c’è traccia, trovando solo un ritratto di donna che aveva al collo proprio quel fantastico gioiello.
Bianco è la storia di un uomo che si risveglia legato mani e piedi con gli occhi bendati. Vedrà solamente il bianco del tessuto e sarà costretto a ripensare alla sua vita passata per far passare il tempo, ripenserà alla sua accìdia e al suo modo svogliato di vivere la vita, tra delusioni e fallimenti.
Aprile del 1980. Nelle sale italiane esce questoLa Casa Sperduta Nel Parco, diretto da uno dei più grandi registi dell’horror nostrano, ovvero Ruggero Deodato.
È fuor di dubbio che, al giorno d’oggi, produrre film convincenti sugli squali non è cosa semplice e, a dirla tutta, non è cosa semplice a partire dal 1975, anno in cui Zio Steven diede origine (almeno per quanto riguarda la produzione mainstream e più conosciuta) e rivoluzionò la storia cinematografica in tema di selaciformi e affini.
Damien Chazelle torna a proporci un film dove il Jazz è sovrano dopo i suoi precedenti lavori Guy and Madeline on a Park Bench e il meraviglioso Whiplash.
Shyamalan, dopo quella ciofeca di The Visit (insultatemi pure se volete, ma tanto il mio giudizio non cambia di una virgola), aveva decisamente da farsi perdonare qualcosa e ci prova con questo Split che, indubbiamente non poteva essere peggiore del suo predecessore, ma che ahimè non riesce a riscattare totalmente questo regista per il quale, a questo punto, penso siano rimaste davvero poche carte per stupirmi e farmi ricredere in merito alla convinzione che, dopo Il Sesto Senso, si sia perso per strada.
Il film si apre con Chris e Annie, due ragazzi americani che casualmente si incontrano in barca su un lago svizzero. Subito scocca la scintilla tra i due e presto si fidanzano, sposandosi poco dopo e avendo due bambini, Ian e Marie.
Audition è stato il primo di film di Miike che ho visto (ormai diversi anni orsono) e, dato che abbreve devo andare a fare le analisi del sangue, mi è parso doveroso concedermi una seconda visione d’incoraggiamento.
Se i miei primi due film recensiti erano sconosciuti, qui si va veramente sul pesante.
Parto col botto dicendovi già subito che per molti è nella top 10 dei film più brutti di sempre (ovviamente non siamo di fronte ad un capolavoro del cinema horror, ma credo esistano cose moooolto meno dignitose).
Sardu (che non è uno di Oristano) è una specie di prestigiatore dell’occulto che fa spettacoli molto (forse troppo) realistici dove vengono torturate dal vivo