Regia: Lucio Fulci
Approfittando in maniera decisamente furbesca del momento favorevole, il buon Lucione nazionale riesce, con questo grandissimo ed indimenticabile super cult, ad incrementare la stima nei suoi confronti.
Il riferimento al capolavoro Romeriano dell’anno precedente (mi riferisco a Zombi chiaramente) è immediato e Fulci è stato appunto molto scaltro a rifarsi a questo film, suggerendo quasi che Zombi 2 volesse essere una sorta di sequel e, considerato che all’epoca non si poteva certo interrogare Google sull’argomento, molti ci saranno pure cascati. Che poi in realtà il vero nome del filmone di Romero era Dawn of the Dead, ma questi sono dettagli e quel che è chiaro è che anche coloro che sono caduti nel trappolone fulciano, non se ne saranno pentiti (o magari i più seriosi e meno cazzari forse si, soprattutto osservando la scena sotto).
Fatto sta che Fulci qui decide che è arrivato il momento di dedicarsi agli zombies e in maniera più ampia all’horror e fa centro ancora una volta; da qui infatti si può dire che, per nostra fortuna, inizia la sua carriera in questo genere, a testimonianza di come la sua versatilità non abbia limiti. Anzi, ad essere precisi, uno ce l’ha dal momento che non si è mai deciso a voler girare un poliziottesco (dato che il periodo era pure quello giusto), che l’avrebbe reso veramente inarrivabile. Ma ci accontentiamo lo stesso 😀.
Al di là del titolo ingannevole, non c’è comunque praticamente null’altro da spartire con il primo Zombi e, in questo senso, ritengo fondamentale la scelta del regista di non prendersi troppo sul serio, distaccandosi così dal suo illustre predecessore e rendendo questo film sicuramente meno denso di contenuti, ma non per questo meno interessante.
La trama e la sceneggiatura, come spesso è accaduto, non sono certo da Oscar, così come in fin dei conti neppure le recitazioni (dove in ogni caso spiccano la figaggine di Olga Karlatos e l’usuale ed hitchcockiano cameo di Fulci). Ma gli aspetti negativi in effetti si fermano qui.
Gli effetti splatter sono infatti strepitosi (ed era proprio a questi che mi riferivo quando in Slither elogiavo l’artigianalità degli stessi), soprattutto considerando l’epoca e il probabilmente scarso budget, il makeup degli zombies è assolutamente favoloso (e qui bisogna ringraziare pure l’onnipresente Giannetto De Rossi) e contribuisce a renderli addirittura più intriganti, cattivi, affamati e piacevolmente disgustosi di quelli di Romero. Certo, forse si fanno attendere un po’ troppo, ma quando decidono di fare sul serio scatta la standing ovation.
Alcune scene epiche fanno da splendido contorno, vedi lotta tra zombie e squalo (e a tal proposito mi vedo costretto a suggerire alla Asylum un possibile GigaShark Vs. Superzombie) e primo episodio di una lunga serie in cui l’occhio diventa protagonista assoluto (non sto a ripetere quanto poi sia Fulci stesso che i vari Rodriguez e Tarantino abbiano apprezzato e ripreso la faccenda, se no poi divento noioso).
La fascinosa ambientazione, anche se iper sfruttata, la si può considerare un buon valore aggiunto, così come lo è indubbiamente quel fantastico finale.
In virtù di tutto ciò che ho appena detto ritengo che, per motivi assolutamente diversi e, con pregi e difetti che lo contraddistinguono, questo Zombi 2 non sia così lontano dallo “Zombi” di Romero e che, per gli appassionati del genere, sia uno di quei gioiellini da conservare gelosamente.
Giudizio complessivo: 7.8
Enjoy,
Luca Rait
Trailer