Regia: Lloyd Kaufman
Al diavolo il perbenismo ed il cinema d'autore, facciamo Lloyd Kaufman santo subbbito.
Questo è indubbiamente il capovaloro della Troma (assieme al totalmente diverso, ma non per questo inferiore, Combat Shock), un film scorretto, trash, incredibilmente spassoso, volutamente esagerato (ma veramente tanto eh stavolta), gloriosamente z-movie (ma solo perché termina l’alfabeto) e poi boh per il momento credo di aver finito gli aggettivi.
Già dal titolo Poultrygeist – Night Of The Chicken Dead si intuisce subito in che direzione stiamo per andare, con i chiari riferimenti a quelle che sono state le due maggiori fonti di ispirazioni (quantomeno per il titolo, perché poi andiamo in direzioni diverse): Poltergeist – Demoniache Presenze di Hooper e Night of the Living Dead di Romero (e nel giro di pochi giorni, dopo Zombi 2, eccoci a parlare di nuovo di quanto il vecchio George abbia avuto impatto sulla cinematografia horror post ’70).
Come potrete immaginare, approcciandosi a questo film, è obbligatorio dimenticarsi ogni barlume di serietà (anzi manco va presa in considerazione), perché il tutto è rivisto in salsa Troma, a partire dalla brillante idea di fondo che dà origine a tutta la baracca e che ti chiedi da dove possa essere mai stata partorita. Già perché il succo della storia si basa su un’improbabile rivolta di polli zombies (sì esatto) che, come la polizia nel film di Fantozzi, si incazzano per davvero, grazie anche all’aiuto spirituale delle anime degli indiani, rimasti orfani del loro cimitero, al posto del quale è stato costruito una specie di KFC. Il tutto ovviamente non può che accadere nella leggendaria città di Tromaville, teatro di molte delle vicende raccontate dalla mitica casa di produzione statunitense.
L’aspetto principale di questo lavoro è chiaramente l’abuso di splatter, che raggiunge il massimo nella seconda parte, avvalendosi di effettacci artigianali meravigliosamente disgustosi e di idee a dir poco bizzarre e fuori dagli schemi.
Ma in realtà dietro questa copertina esageratamente gore, c’è molto altro. Non mancano infatti citazioni varie, autocitazioni a cui ormai siamo abituati, una satira pungente che colpisce chiunque senza alcun tipo di ritegno, comparse più o meno illustri (tipo Ron Jeremy per esempio), un’esasperazione dei peggiori luoghi comuni, una visione dell’americano medio inteso non proprio come un essere brillante, nudità varie, scene lesbo che stanno sempre bene in qualsiasi contesto vengano inserite e altre svariate nefandezze sessuali che vedono coinvolti umani, polli e compagnia bella.
Non si risparmiano manco su questioni di religioni e razze (vedere per esempio la povera musulmana bersagliata di battute) e su critiche più o meno velate alla società. Già la trama in se infatti mostra un sentimento non esattamente idilliaco nei confronti delle multinazionali che si espandono abusando del territorio locale e pure verso un abuso di carne che Kaufman, essendo vegetariano (e vabbè qualche difetto doveva pur averlo), non gradisce particolarmente.
A completare il tutto poi ci tocca anche la parte musical, che in realtà va avanti per molto e che, alla lunga, probabilmente stanca un po’, pur essendo comunque nel complesso gradevole.
Ma nonostante tutte queste divagazioni non scordiamoci il vero obiettivo della pellicola, che rimane sempre quello di disgustare divertendo e su questo ci togliamo il cappello, grazie anche ad una serie di scene e trovate semplicemente geniali (due su tutte: il ciccione nel cesso e l’hamburger messicano gay).
Film come questo e come il più recente Zombeavers (che non è della Troma, ma trattando di castori zombies si merita una citazione), non possono che far sempre piacere e devono sicuramente figurare nella collezione degli appassionati.
Giudizio complessivo: 9
Enjoy,
Luca Rait
Trailer