Nude Nuns With Big Guns


Regia: Joseph Guzman


Bravo Joseph Guzman che, attingendo in maniera considerevole da predecessori più o meno illustri, ci regala questo Nude Nuns With Big Guns (dai come fa solo che il titolo a non attirare la gente?), un filmaccio brutto, sporco, cattivo, dissacrante e, nel complesso, abbastanza coinvolgente.

Non capita infatti tutti i giorni (almeno sul grande schermo mi verrebbe da dire) di vedere suore mezze nude e provocanti che preparano laddroga come se niente fosse e preti o altre figure ecclesiastiche che la spacciano senza ritegno, stringendo rapporti con i peggiori e pure rincoglioniti criminali della zona.


Tutto ciò non può far altro che destare grande curiosità e far prendere bene lo spettatore, considerando anche l’ottima scena iniziale, i pregevoli titoli di testa e le presentazioni dei personaggi

È chiaro poi che con questo film siamo catapultati in piena exploitation, anzi sarebbe meglio parlare di nunsploitation, un termine che lì per lì pensavo di aver coniato così tanto per scherzo, ma che invece scopro esistere davvero con una decina di film “al suo attivo”, tra cui mi viene in mente qualcosa del buon vecchio Jesus Franco, che in quanto a questi generi, diciamo particolari, non si è fatto davvero mancare nulla durante la sua più che onorata carriera.

I richiami ai vari Tarantino e Rodriguez sono evidenti e neppure troppo volutamente nascosti, anche se onestamente a livello di realizzazione e contenuti siamo lontani anni luce.

La trama è davvero semplice e riassumibile in “Una suora viene drogata e violentata e, spinta dalla volontà divina, cerca vendetta” e in alcuni punti latita parecchio anche l’azione. 


A questo punto al regista serviva qualche escamotage che tenesse alta la concentrazione dello spettatore ed effettivamente miglior soluzione di quella di mostrare tette in abbondanza, ciuffi e scene lesbo non sarebbe stato in grado di trovare, dato il suo curriculum non esattamente pregno di capolavori (oltre a questo si registra solamente un promettente Run Bitch Run, che forse mi guarderò assieme ai parenti il 24 sera).


Resta però il rammarico per quei troppi momenti in cui, se non ci fossero i diversivi sopracitati a risollevare la faccenda, prevarrebbe la noia più totale, senza poi considerare alcuni episodi in cui si rischia di cadere nel grottesco non voluto (vedere per esempio la scena finale, sì divertente ma visibilmente ridicola nel senso peggiore del termine).

Anche le storie dei personaggi, sarebbe stato bello se fossero state maggiormente approfondite ma, a mio giudizio, il vizio peggiore di questo lavoro è la troppa serietà con cui viene affrontato; insomma con uno spirito più cazzarone sarebbe stato tutt’altra storia probabilmente. 

Detto questo però alla fine il film scorre abbastanza bene e per una serata disimpegnata di soli uomini cazzari, muniti di svariati galloni di birra, va più che bene.

Data la piega che si respira, come ultima considerazione, mi permetto di dare un consiglio al regista…e cioè di guardarsi più volte Hobo With A Shotgun e poi di girare il seguito di "Nude Nuns...", osando un po’ di più e reclutando attori che magari sappiano l’inglese un filo meglio.

Giudizio complessivo: 6.9
Enjoy,

Luca Rait



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