Regia: The Vicious Brothers
Una troupe televisiva sta girando un programma per la tv chiamato ESP Fenomeni Paranormali; programma il cui obiettivo è quello di creare un reportage su luoghi misteriosi ed infestati, trascorrendo al loro interno una notte.
Per la sesta puntata decideranno di recarsi al Collingwood Psychiatric Hospital, un vecchio manicomio abbandonato nel quale, nella prima metà dello scorso secolo, venivano rinchiusi pazienti usati perlopiù come cavie per esperimenti medici.
In questo edificio, nemmeno a farlo apposta, sono presenti fantasmi, spiriti e presenze che la troupe è decisa a riprendere durante la notte. Per rendere il tutto più “avventuroso” decidono poi di farsi chiudere dentro dal custode che verrà a riprenderli alle 6 del giorno successivo.
Inutile dire che le cose non andranno come sperato e quella gabbia di matti sarà per loro un vero e proprio mattatoio.
La trama, ahimè, non brilla certo per originalità e il genere mockumentary-paranormale ormai sta dominando l’horror creando una sfilza non indifferente di cloni. Purtroppo questo film arriva un po’ in ritardo, anticipato da pellicole come Paranormal Activity e REC (tanto per citarne un paio) di almeno quattro anni (entrambe sono del 2007).
Detto ciò, devo dire che i manicomi fanno sempre il loro effetto e la location è davvero azzeccata per il film, rendendo alla perfezione l’idea di paura e claustrofobia. I personaggi infatti resteranno intrappolati nell’edificio e noi, grazie alla visione in presa diretta con la camera a mano, ci sentiremo partecipi della loro angoscia, nonostante con l’avanzare del film le situazioni paradossali facciano perdere quel senso di realtà che dovrebbe essere tipico dei mockumentary (Gerber Syndrome docet).
La paura in questo film è data per la maggior parte dal senso di intrappolamento dei protagonisti nella prima metà e dalla presenza di strane creature nella seconda, in aggiunta ad una sana dose di jumpscares che però non risulta particolarmente fastidiosa, anzi.
Gli attori non sono male anche se alcuni risultano abbastanza antipatici e stereotipati in certe situazioni, rendendoci gioiosi per la loro morte.
La colonna sonora, in quanto mockumentary, è pressochè inesistente e costituita in larga misura da rumori ovattati di sottofondo e porte cigolanti. I colori del film o sono grigi o sono verdi, rispettivamente i corridoi illuminati dalle torce e dalle luci infrarosse.
Insomma, il film non è assolutamente un capolavoro del genere ma una pellicola che si lascia guardare. Consigliato agli amanti del genere paranormale e finto documentario, sconsigliato a tutti gli altri: potreste trovarlo noioso e sconclusionato.
Giudizio complessivo: 6.3
Buona Visione,
Stefano Gandelli
Trailer