Regia: Rick Jacobson
Filmaccio scorretto, in cui le tette si ergono a vere protagoniste assolute e poi diciamolo francamente, non c’è molto altro su cui discutere (non che la cosa dispiaccia poi così tanto, ma ovviamente per il capolavoro bisogna citofonare altrove).
Gli aggettivi per descrivere quanto visto potrebbero essere diversi, trash, tamarro, esagerato ecc ecc…così come i generi a cui cerca di strizzare l’occhio.
Chiaro che il termine “exploitation”, o meglio “sexploitation” in questo caso potrebbe essere il riferimento, anche in virtù delle diverse citazioni ed omaggi a cui si abbandona (più o meno consapevolmente) il regista di turno, tale Rick Jacobson, che abbiamo potuto “ammirare” (cioè ovviamente io no, ma qualcun altro sicuramente si) in Hercules e Xena (insomma non stiamo parlando di un Kubrick per essere chiari)
È innegabile riscontrare riferimenti al bistrattato Death Proof di Quentin Tarantino (film che io adoro e sul quale ci sarebbe molto da discutere), ma il punto di riferimento (che chiaramente resta tale e lontano anni luce) è il grande Russ Meyer ed in particolare il suo “Faster Pussycat, Kill, Kill” (mi raccomando zozzoni non confondetelo con la versione porno “Faster Pussycat, Fuck Fuck” perché lo so che sbagliarsi è un attimo).
Il maestro ovviamente non è avvicinabile, anche perché su questo genere ci ha costruito una carriera, così come non è avvicinabile la mitica Tura Satana (riposa in pace ovunque tu sia), benchè le ragazze tirate in mezzo in questo Bitch Slap non si risparmino in quanto a figaggine e provocazione.
All’inizio tra l’altro il film riesce anche ad intrigare e prendere molto bene, poi dopo la metà inizia a perdersi un po’, rischiando di far comparire qualche sbadiglio, che tuttavia le ragazze riescono a ricacciare indietro, facendogli guadagnare una sufficienza abbondante (quasi come gli argomenti che le suddette figliuole mettono in mostra).
Già perché poi, al di là di quello non è che abbiano molto da offrire e, per usare un eufemismo, non credo che le vedremo candidate all’Oscar in tempi ragionevolmente brevi (e manco lunghi).
Questo Bitch Slap in definitiva funziona esclusivamente come intrattenimento ignorante, non cercate altro, neppure un buon finale, dato che proprio da esso sono rimasto in parte deluso. E lo dico in quanto Camero era sicuramente la mia preferita e avrei preferito un’altra fine per lei, mentre ho apprezzato la svelata identità di Pinky, che ad un certo punto ho iniziato a pensare che in effetti potesse essere proprio quella persona lì e almeno qui sono stato esaudito.
Molto pregevoli infine i titoli di coda.
Giudizio complessivo: 6.5
Enjoy,Luca Rait
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