Beh è chiaro che tutti noi eravamo in trepida attesa da mesi per questo nuovo episodio; ricordo per le strade di aver incontrato gente quasi sull’orlo di una crisi di nervi, che non ce la faceva più ad aspettare. Ed eccoci finalmente esauditi, fortunatamente Sharknado 4 è arrivato tra di noi.
La presentazione è magnifica (ringraziamo Astro), così come pure lo Shark Word, dove chiaramente andrei di corsa, se mai un giorno lo inventeranno. Purtroppo invece
è tutto finto e, a proposito di finto, il nome “The Asylum” stavolta ci mette un po’ più del solito a comparire (ben più di 2 minuti), lasciandoci preoccupare non poco.
Dal momento però che dopo i suddetti 2 minuti il nome compare, va da se che è inutile sottolineare come gli effetti grafici siano gli stessi dei capitoli precedenti (lascio a voi il giudizio), anzi forse qui riescono perfino ad essere peggiori (si vede che ormai, dopo gli Oscar vinti per i precedenti capitoli, i responsabili si sono un po’ seduti sugli allori).
La sigla invece resta sempre la stessa ed è a dir poco fantastica; è impossibile non canticchiarsi per mesi (ma che dico, per anni) il ritornello “go,go,go,go, gogogo, run away from the sharknaaadoo”.
Il cast è sempre al gran completo, non manca nessuno neppure il vecchio ed appesantito Mitch ed è normale che sia così dal momento che quando inizi a partecipare ad una simile saga non ti puoi proprio distaccare, a meno che non ti chiamino per girare dei capolavori tipo il sequel di “Dinocroc vs. Supergator”.
Tara Reid è sempre figa anche se bionica, mentre Ian Ziering forse è un poco sottotono, considerando ciò che ci aveva abituato a fare negli episodi precedenti.
La parte più interessante di questo quarto capitolo è sicuramente l’evoluzione dello Sharknado, che si stufa di essere appunto un semplice Sharknado, dando di volta in volta origine ai vari sabbianado, rocciarnado, oilnado-petrolnado, firenado-fuoconado, fulminado, grandinado, lavanado, nuclernado (sì esatto proprio così), fino ad arrivare all’incredibile cownado (vaccanado per i più disattenti).
Le scene imbarazzanti anche qui non si contano, ma purtroppo rimangono ben impresse, tipo quando viene inquadrata tutta la famiglia schierata o quando il piccolo di casa chiede dove sia finita la sua motosega.
Soprassediamo poi sugli squali che si mangiano uno con l’altro tipo matrioska verso la fine, anche perché poi il finale vero e proprio è ancor più epico (ma dico io come cazz ti viene in mente il defibrillatore fatto con gli squali???).
E comunque mai come ora ci sentiamo pronti per Sharknado 5.
Giudizio complessivo: AHAHAHAHAH
"Buona" visione,
Luca Rait