Lasciami Entrare - Let The Right One



Regia: Tomas Alfredson


Direttamente dalla Svezia, Tomas Alfredson ci propone un film decisamente interessante, francamente difficile da valutare (almeno nel mio caso, dato che alla fine ci ho dovuto pensare un bel po’ prima di formulare il giudizio) e pieno di questioni irrisolte e oggettivamente particolari.

Premetto di non aver letto il romanzo, per cui il mio giudizio vale
esclusivamente per il film in se e per se, risultando probabilmente leggermente migliore di quanto sia in realtà, dal momento che dopo aver letto un romanzo difficilmente ne apprezzo particolarmente la relativa trasposizione cinematografica.

Dicevo prima che ci ho pensato un po' prima di commentare, soprattutto perché durante il film mi stavo convincendo più di una volta di trovarmi di fronte ad una mezza fregatura, mentre alla fine stavo quasi per gridare al capolavoro. E probabilmente la "verità" sta nel mezzo, come spesso accade in queste situazioni, tanto che non si sa più se prevale il rammarico per non aver assistito a qualcosa di migliore o la soddisfazione di aver salvato un film che apparentemente poteva apparire abbastanza deludente.

Detto questo, ritengo che in ogni caso sia giusto premiare il coraggio del regista, tale Tomas Alfredson, nel proporre all'interno dello stesso film tematiche assai diverse tra loro che, in alcuni casi, ben si collegano, mentre in altri effettivamente generano un po' di confusione.

I personaggi (soprattutto i più giovani) sono azzeccati, sia nel rapporto che si viene a creare tra di loro, sia in particolar modo nelle interpretazioni. Piace molto soprattutto lei, con quel mix di innocenza e involontaria malvagità che la fa risultare contemporaneamente tenera e maledetta.



Le scene splatter o appartenenti per definizione al genere horror, seppur dosate col contagocce, convincono sia per gli effetti che per il tempismo con cui vengono mostrate.

Devo dire poi che, pur non apprezzando particolarmente il genere, mi è piaciuto molto come è stata gestita la faccenda “vampirismo”, considerando che sono stati rispettati in gran parte i canoni classici e non sono state troppo sconvolte le regole (cosa che invece spesso mi è capitato di vedere in molti film visti di recente), creando però allo stesso tempo una storia originale e piuttosto fuori dagli schemi.

Peccato solo per alcune situazioni un po’ forzate e fuori luogo, che sembrano quasi “buttate lì” casualmente solo per riempire il buco creatosi.

In definitiva si tratta comunque di un film che ti fa pensare, che ti lascia dentro qualcosa e che merita di essere visto, tralasciando chiaramente il remake, che magari sarà pure il capolavoro del secolo (dubito), ma che comunque, in quanto remake, va sempre boicottato (ammerrigani fatevi i cazzacci vostri e non vi impicciate grazie!).


Giudizio complessivo: 7.8

Buona Visione,

Luca Rait



Trailer


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