Artista: Nitro
Genere: Rap
Genere: Rap
Il panorama rap italiano al giorno d’oggi è composto principalmente da rap radiofonico, orecchiabile, dove artisti si mettono in mostra e si elevano a piccole celebrità senza avere in realtà grandi contenuti da esprimere. Al contrario Nitro riesce con questo cattivissimo disco a fondere nell’inchiostro dei sui pezzi la rabbia e la depressione, creando brani che non andranno mai in radio, ma chi ha detto che questo è un problema?
Suicidol infatti, secondo album del rapper vicentino Nitro, riesce davvero a fare centro ed a distinguersi dalla massa. La cosa che più colpisce sono i testi, crudi e cattivi, che sparano a zero su chiunque e mettono a nudo la coscienza dell’artista, un anima che soffre e che prova piacere solo nell’idea della morte. La morte infatti è, come ammesso dallo stesso Nitro, il filo conduttore del disco, una discesa nel suo animo tormentato.
Suicidol gioca anche sul rapporto fama-morte, dove chi resta in vita viene dimenticato e chi muore passa a leggenda, in un contorto meccanismo che viene rappresentato alla perfezione nelle due copertine del disco (mi riferisco all’edizione standard e a quella Post-Mortem) dove Nitro passa da artista insultato ad Idolo, in seguito alla morte.
Un'altra tematica del disco è sicuramente l’alienazione che causano i social network, un mondo fittizio nel quale ciascuno può essere chi vuole e dove si corre il rischio di perdersi la vita vera in favore di un immagine riflessa (il brano “Oracolo di Selfie” è profetico in questo senso).
Le collaborazioni in questo disco sono davvero poche (da segnalare quella con Fibra in Ong Bak) e se ne aggiungono un paio se si prende la versione Post Mortem. Le rime invece sono taglienti e superiori come qualità alla media, rime che affondano le radici nella golden age del rap italiano, ricche di citazioni cinematografiche e che si sposano benissimo con le basi, unione tra elettronica, hiphop e metal.
Insomma, questo disco è forse il miglior album italiano del 2015 e di sicuro uno dei migliori usciti negli ultimi anni. Un disco che va capito e che riuscirà a darvi una diversa visione del rap italiano.
Giudizio complessivo: 8.5
Buon ascolto!
Stefano Gandelli