Regia: Luc Besson
Film che rivedo sempre molto volentieri, a cui sono particolarmente affezionato e a cui è estremamente facile affezionarsi.
L’inizio è fantastico ed il film parte con il botto non c’è nulla da dire. Grandiosa è la prima immagine che si ha di uno dei due formidabili protagonisti, ovvero quel Leon che ci viene inizialmente mostrato molto lentamente, prima con un inquadratura che ci concede solo i suoi classici occhiali (grande marchio di fabbrica), seguiti dal coltello e dall’immancabile latte. Già il latte, bevanda non proprio classica per un killer di professione, ma che il nostro eroe trangugia a litri in ogni momento, lasciandomi decisamente dubbioso sul come non faccia a cagarsi addosso almeno una volta ogni dieci minuti.
Jean Reno, senza dubbio pupillo del regista Luc Besson, è impeccabile nella parte, non tanto quando elimina persone con la velocità con cui una casalinga elimina le formiche dal davanzale, ma soprattutto nei momenti in cui viene fuori il suo imbarazzo dinanzi a situazioni che esulano dal contesto a cui lui è abituato. Viene in mente per esempio il suo visibile impaccio nelle faccende domestiche, quando si trova a dover stirare o praticare opere di facile giardinaggio, oppure quando si trova dinanzi alla piccola Mathilda che per esempio spara dalla finestra (memorabile la faccia da pesce bollito con cui Reno la guarda stupito).
Ah già è vero perché in Leon non c’è solo Leon/Reno, ma compare credo per la prima volta sullo schermo la straordinaria Natalie Portman, che pur avendo solo 13 anni, mostra già un talento invidiabile ed un carisma che da lì a poco la porterà ad una brillante carriera che, a mio parere, raggiunge il picco nella meravigliosa interpretazione sfoderata in Black Swan. Il legame che si viene ad instaurare tra i due è ciò su cui si regge maggiormente il film, attraverso alcuni passaggi assolutamente memorabili, come durante il gioco dei mimi o al ristorante quando Mathilda si ubriaca senza ritegno, sotto gli occhi di un Leon incredulo e inerme.
In tutto ciò non va tra l’altro scordata la grande prestazione di Gary Oldman che, nei panni del poliziotto corrotto e psicopatico ci sta meravigliosamente bene, tanto che ti fa venir voglia di masticare pillole e girar la testa anche a te che stai guardando. Pazienza poi se la situazione sfugge di mano, con una serie di situazioni fuori da ogni logica ed impossibili da credere, perché ormai il film ti è entrato dentro e ormai è riuscito a coinvolgerti malgrado in fin dei conti la storia sia semplice e lineare, senza particolari colpi di scena o intrighi pazzeschi.
Per cui grandi applausi per Luc Besson, che ha fatto centro senza alcun dubbio.
Giudizio complessivo: 9
Enjoy!
Luca Rait
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