Regia: John A. Davis
Jimmy Neutron è un bambino prodigio, inventore e fisico già durante le elementari. Un giorno, dopo aver lanciato nello spazio una sonda fatta con un tostapane, riesce ad comunicare con una razza aliena che rapirà i tutti i genitori della Terra per poterli mangiare. Sarà cosi compito di Jimmy e dei suoi amici creare delle astronavi per andare a riprendersi i genitori.
Questo film è ovviamente pensato per un pubblico di bambini quindi cercherò di non essere troppo rigido, in quanto il film è pieno zeppo di cose insensate e sbagliate.
Ammettendo infatti che possa davvero esistere un ragazzino cosi intelligente, è altamente improbabile che lui ed i suoi amici riescano a trasformare delle giostre in astronavi e viaggiare nello spazio come se stessero andando a fare un giro in bicicletta, senza tute, senza ossigeno e respirando normalmente come niente fosse.
Ripeto, forse sono troppo fiscale, ma questa cosa in particolare mi è sembrata davvero sbagliata, infatti per un ragazzo genio non mi sembra difficile pensare che sia in grado di fabbricare qualche casco spaziale.
I personaggi che popolano il mondo di Jimmy sono i classici bambino-stereotipo: il genio di turno, il ragazzo sovrappeso e asmatico, il nerd amante dei supereroi, il bullo con la giacca di pelle, la bionda carina, l’amica di quella carina e cose di questo tipo, personaggi adatti ad un cartone per fanciulli ma che non prova nemmeno ad osare con qualcosa di diverso.
Quello che prende maggiormente nella pellicola è l’idea di fondo, ossia un mondo senza genitori e governato dai bambini. Vedere questo cartone quando si è piccoli infatti è davvero divertente perché ci si immedesima con i protagonisti e fa pensare a tutto quello che si potrebbe fare se fossimo da soli sulla Terra. Vedere questo cartone da adulti invece fa giusto sorridere ma perde molto del fascino che può esercitare su un bambino.
Da un punto di vista tecnico il film è molto grezzo, specialmente per quanto riguarda la computer grafica che, rispetto ad altre pellicole dello stesso periodo, risulta scarna e priva di dettagli (già il primo Toy Story, uscito ben 6 anni prima, aveva una grafica di gran lunga migliore).
Consiglio quindi il film a chi, magari con figli, vuole lasciarsi trasportare da una visione leggera e rilassante. Sconsigliato invece a chi, giustamente, anche dall’animazione richiede un certo livello di qualità.
Giudizio complessivo: 5.8
Buona visione!
Stefano Gandelli
Trailer