Il Silenzio Degli Innocenti


Regia: Jonathan Demme



Un super classico cultissimo che rimarrà nella storia con pieno merito.

Il mio primo incontro con Il Silenzio Degli Innocenti avvenne parecchi anni fa quando, da molto piccolo (ed incosciente) decisi di registrarlo dalla TV a tradimento per poi rivederlo da solo (come avevo già fatto con L’Esorcista); chiaramente l’idea non è stata delle migliori e non ho dormito per settimane, ma da lì ho sempre avuto un’ammirazione pazzesca per questo film, che è diventato di diritto uno dei miei preferiti, nonché dei più visti.

Mi piace definirlo come un thriller psicologico, dove appunto è l’aspetto mentale che prevale per la maggior parte della vicenda, mettendo i brividi sin dalle prime battute, a partire dalla lunga camminata nel corridoio infestato da tutti quei pazzi, preparatoria per il grande primo incontro con la figura chiave di tutta la storia (anche se purtroppo non sempre presente come lo spettatore vorrebbe).

Già perché Hannibal Lecter, straordinariamente interpretato da quell’Antony Hopkins che a mio modo di vedere è nato apposta per entrare nei panni del discutibile psichiatra è l’indiscusso protagonista della storia senza ombra di dubbio. I suoi primi piani durante i dialoghi con Jodie Foster in occasione del primo interrogatorio sono eccezionali e rimangono impressi a lungo.


E già perché c’è anche Jodie Foster, che se la cava molto bene e che, quando Lecter decide di defilarsi, si carica il film sulle spalle, uscendone molto bene con una prestazione sicuramente di livello altissimo. Molto significativa è la scena in cui racconta la storia degli agnelli (che dà poi origine al titolo originale “Silence of Lambs”), oppure quando è in casa di Bill, con quegli occhi spiritati che sembrano saltarle fuori dalle orbite da un momento all’altro.

Vi è poi anche la componente humoristica, chiaramente limitata e relegata ad alcune battute di Lecter che però restano nella storia, come quando racconta della fine toccata al tizio del censimento, il cui fegato è stato gustato con un contorno di fave ed un buon Chianti, oppure nella battuta finale con il celeberrimo “Amico per cena”..

Non scordiamoci poi di come quando Hannibal decide di smetterla con la psicologia e di entrare seriamente in azione, il film prende ulteriormente quota. La scena dell’evasione, con il trucco sapientemente organizzato, è da manuale e anche gli effetti visivi non scherzano per nulla.

Insomma, stiamo parlando di un filmone e i numerosi Oscar che si è portato a casa non fanno che confermare quanto appena detto.


Giudizio complessivo: 9

Enjoy!

Luca Rait




Trailer



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