Regia: David Cronenberg
Il grande capolavoro di David Cronenberg, inarrivabile nonostante nella sua lunga carriera di grandi film ne abbia diretti parecchi. Questo per me ha sempre avuto quel qualcosa in più che gli ha consentito di elevarsi ad un gradino superiore, al di sotto del quale campeggiano comunque altre perle che hanno senz’altro offerto il loro prezioso contributo al panorama cinematografico.
Si parla di La Mosca - The Fly ed è impossibile non iniziare citando il granderrimo Jeff Goldblum che sfodera qui una prestazione da Oscar e il fatto che non sia manco stato candidato al premio è un vero gombloddo. Il suo primo piano con cui inizia il film è memorabile e quel faccione lì (una discreta faccia da pirla per altro) è impossibile da dimenticare, entrando per forza nella testa dello spettatore.
Poi vabbè c’è la faccenda del teletrasporto (o teletrasbordo come dice lui), un’invenzione che ho sempre sognato e per la quale mi offrirei volontario come cavia anche domani e ciò contribuisce senz’altro ad alzare la valutazione del film.
I tratti tipici del regista canadese ci sono tutti e non è un caso che dopo circa 20 minuti si inizia a pronunciare la parola carne, che viene in seguito ripetuta svariate volte (chissà mi piacerebbe chiedere ad un nazivegan cosa ne pensa di Cronenberg). Non c’è dubbio che questo sia un film Cronenberghiano a tutti gli effetti e ciò è curioso se si pensa che in realtà si tratta di un remake, non so però quanto fedele all’originale con Vincent Price come protagonista, dato che non l’ho mai visto.
La sensazione è che il buon David ci abbia messo molto del suo, prendendo sì ispirazione da quella vicenda, ma aggiungendo tutta una serie di accorgimenti che lo hanno portato a concludere questo cult indimenticabile.
La lenta trasformazione di Seth Brundle è fantastica, sia a livello interpretativo, ma soprattutto a livello scenico. Non è un caso che almeno qui l’Oscar per gli effetti speciali sia arrivato, premiando così il lavoro (che credo sia stato mastodontico soprattutto nella seconda parte) di uno straordinario Chris Walas.
Le scene memorabili non si contano ed è impossibile scordarle, a partire dall’epica vittoria a braccio di ferro con piccolo infortunio dell’avversario, o da quando Seth cammina sul soffitto, o dal momento in cui lei dopo un po’ di tempo ritorna a casa da lui che perde le bave e pure un orecchio (scena questa consigliata durante i pasti e non a caso in quel momento stavo giusto tagliando la mia bistecca).
L’episodio in cui lei sogna di partorire il mega camolone gigante poi è magnifico e pure lo stesso regista non ha resistito dal concedersi un breve cameo nei panni del medico, mentre la trasformazione finale è da antologia (pensiamo sempre che eravamo nel 1986).
Dopo la conclusione del film rimangono solo due rammarichi:
- il primo è che, a causa di alcuni maledetti spettatori vomitosi ed impreparati, sono state tagliate alcune scene piuttosto estreme dalla prima versione (che credo non sia reperibile da nessuna parte, ma per la quale sborserei senza problemi gran parte della mia quattordicesima);
- il secondo è che il buon Chris Walas ha deciso in seguito di mettersi in proprio, girando un sequel assurdo di cui non se ne sentiva il bisogno (almeno in quei termini chiaro).
Giudizio complessivo: 9