Regia: Maxi Dejoie
The Gerber Syndrome è stata una sorpresa.
Come tutti ben sanno vedo abbastanza male le produzioni italiane di film horror, non è colpa mia, è che se produci delle robe orribili non posso esimermi dar farlo notare e non è sicuramente il fatto che siamo nati nella stessa nazione che ti salverà dal mio (soggettivo) giudizio negativo.
Certo non tutto è male nell’horror italiano, qualche perla la iniziamo a trovare.
Ma torniamo a alla “sindrome di Gerber”, il film diretto da …. è girato sotto forma di documentario; qualcuno inizierà a sbuffare, no? No. Bè, lo faremo noi per voi:
“E che rottura di cazzo con sti docu-film dei miei c…. e non ne possiamo più, e che c...e blablabla
Ma superati i sopracitati sbuffamenti, la pellicola inizia ad interessare.
Tutto molto semplice per carità, nessun capolavoro, ma il filmetto supera ben bene la media per arrivare a un quasi ottimo. Sta di fatto che: la regia è ottima ed essenziale per la riuscita del film, gli attori sono bravi e credibili, e il rapporto sociale con i malati della sindrome è volutamente standardizzato sui luoghi comuni che possiamo sentire nel nostro vivere quotidiano, dal mondo del lavoro al confronto con il proprio prossimo.
Bravi, non posso aggiungere altro.
Consigliato.
Trailer
Come tutti ben sanno vedo abbastanza male le produzioni italiane di film horror, non è colpa mia, è che se produci delle robe orribili non posso esimermi dar farlo notare e non è sicuramente il fatto che siamo nati nella stessa nazione che ti salverà dal mio (soggettivo) giudizio negativo.
Certo non tutto è male nell’horror italiano, qualche perla la iniziamo a trovare.
Ma torniamo a alla “sindrome di Gerber”, il film diretto da …. è girato sotto forma di documentario; qualcuno inizierà a sbuffare, no? No. Bè, lo faremo noi per voi:
“E che rottura di cazzo con sti docu-film dei miei c…. e non ne possiamo più, e che c...e blablabla
Ma superati i sopracitati sbuffamenti, la pellicola inizia ad interessare.
Tutto molto semplice per carità, nessun capolavoro, ma il filmetto supera ben bene la media per arrivare a un quasi ottimo. Sta di fatto che: la regia è ottima ed essenziale per la riuscita del film, gli attori sono bravi e credibili, e il rapporto sociale con i malati della sindrome è volutamente standardizzato sui luoghi comuni che possiamo sentire nel nostro vivere quotidiano, dal mondo del lavoro al confronto con il proprio prossimo.
Bravi, non posso aggiungere altro.
Consigliato.
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