Regia: Jacob Gentry
Trama iniziale
Un team di scienziati sta ultimando una macchina capace di distorcere lo spazio-tempo e creare un varco con la macchina stessa, ma del futuro. Per fornire sufficiente energia hanno bisogno di un combustibile altamente instabile e costoso, per cui si sono dovuti accordare con un magnate industriale affinché potessero procedere al primo avvio.
Dalla macchina inaspettatamente spunta un vaso contenente un fiore, e dalle riprese video si vede pure uscire in fretta e furia una figura umana. Jim Beale, il geniale scienziato dietro al progetto, cercherà di capire l'origine e il significato di queste due bizzarre manifestazioni..
Brianne Davis |
Recensione no-spoiler
In tutta sincerità, se volessi essere obiettivo e coerente con le altre valutazioni, questo Synchronicity meriterebbe all'incirca un 7/7.5. Dovreste stupirvi se adesso vi confido che avrei voluto spingermi oltre l'8. Alla fine mi voglio contenere e mantenermi su un comunque tondo e apprezzabilissimo 8. Vi devo però avvertire che è un voto dal cuore, un voto estremamente personale, e quindi va preso con le pinze. Molti dopo la lettura di questa recensione potrebbero approcciarsi al film con aspettative troppo alte e rimanere delusi, mi spiace per voi. Fatemelo sapere nel caso 😇
Rimane il fatto che mi abbia suscitato forti emozioni. Se, dopo una partenza in sordina, nutrivo più di qualche scetticismo sulla prosecuzione, dopo la svolta della trama ho vissuto un crescendo di stupore e goduria. Stupore non tanto per i colpi di scena che in molti casi sono riuscito a prevedere, ma piuttosto per la qualità del prodotto in sè. Nonostante il tema del paradosso temporale sia quanto di più vecchio si possa trovare nel genere fantascientifico, io ritorno bambino ogniqualvolta me lo si ripresenta in maniera sufficientemente convincente.
In soldoni, mi sono ritrovato sulle montagne russe e più di una volta mi sono chiesto: 'e ora, cosa può succedere?'. Ma ancor più spesso ho contemplato il film e la sua struttura per nulla lineare. Il regista Jacob Gentry, qui anche autore della sceneggiatura, mette alla prova l'attenzione dello spettatore con un intreccio che viene svelato con estrema calma. Mi raccomando: massima attenzione fin da subito, specie per i dettagli. Dunque è uno di quei rari film che, appena finito, ti suscitano un'irresistibile voglia di ri-iniziarlo subito per capire tutto quello che inevitabilmente ti sei perso con la prima visione.
In quanto a stile non innova, anzi rimaniamo nel classico che più classico non si può. A tal punto che JJ Abrams approverebbe in toto, anche perchè da lui hanno ripreso il suo marchio di fabbrica: le lens flares, ovvero quei luccichii e quegli effetti di luce aggiunti a computer. Se da un lato aumentano il realismo, dall'altro ammetto che ne abbiano abusato un po' troppo. La fotografia tutto sommato non dispiace, anche se ad alcuni potrebbe sembrare claustrofobica per via delle vicende che quasi sempre si svolgono al chiuso. Tocco di classe infine le musiche retró, forse a voler omaggiare l'ottima colonna sonora dei Daft Punk in Tron: Legacy.
Molti inoltre ravviseranno in Synchronicity assurde pecche nella trama, ad esempio il collega con una disfunzionalità nel distinguere la destra con la sinistra, che però io personalmente ho trovato accettabili. Anzi, mi è piaciuta la grande lucidità nel presentare il meccanismo temporale, che non incappa in alcuna contraddizione. Sempre dello stesso genere, giusto per rimanere tra le ultime uscite, se volete scervellarvi con un trip di paradossi temporali in cui presumibilmente ci capirete poco vi consiglio Primer; se invece vi interessa un film più tradizionale con volti noti e valide interpretazioni vi indirizzerei verso Looper.
Consigliatissimo agli amanti dei viaggi temporali, lontani o vicini che siano; sconsigliato a chi si aspetterebbe il capolavoro 😉
Giudizio complessivo: 8
Buona visione e alla prossima,
Bikefriendly
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