Regia: Paolo Sorrentino
Trama iniziale
In una residenza svizzera dove soggiornano numerose persone abbienti trascorre l'estate un direttore d'orchestra e compositore ormai in pensione, in compagnia di un suo amico e della figlia. Data la sua notorietà, la Regina d'Inghilterra tramite un messo gli domanda se è disposto a dirigere la migliore orchestra per suonare in una serata speciale la sua opera più celebre. Lui rifiuta seccamente, ma l'organizzatore non può accettare una risposta negativa e quindi tornerà a farsi vivo.
Intanto le giornate passano tra passeggiate, scommesse sugli altri clienti dell'hotel e riflessioni con gli amici. Alterna infatti momenti di relax in cui sembra l'uomo che dirigeva le mucche ad altri in cui confida la sua seccatura nei confronti della vecchiaia e di una memoria sempre più evanescente..
Michael Caine |
Recensione no-spoiler
Compito difficile quello di recensire questo film, credetemi. Riserbo un'unica certezza: merita una chance solo che per la cura del sonoro e della fotografia. Come però potrete ben capire se lo avete già visto, si presta a molteplici interpretazioni e quindi ognuno ne trae un'intima valutazione. Ai meno attenti potrà sembrare un collage di immagini splendide, ma prive di un significato unitario. Ai più analitici invece apparirà come un lavoro certosino che gioca moltissimo sulla simbologia delle scene.
Ahimè non mi colloco in nessuna di queste due categorie: sarò sincero, non sono riuscito ancora a connettere tutte le tessere del puzzle. Il messaggio del film infatti è assai sfuggente, a una prima visione ritengo impossibile arrivare a una conclusione soddisfacente. Tuttavia mi sono dato delle regole, tra cui quella, forse un po' drastica, di dover giudicare un film solo dalla prima visione. Trovo infatti irrispettoso nei confronti dello spettatore che una pellicola, per essere compresa almeno nel suo senso elementare, necessiti di essere esaminata più di una volta. Poi ognuno sarà libero di rivederla quante volte vuole e a ogni ulteriore lettura cogliere sempre più dettagli utili anche ai fini della comprensione (nel mio caso: V Per Vendetta). Dovessero proprio torturarmi azzarderei a dire che dal film traspare un messaggio di vitalità nei confronti della giovinezza e che l'opinione che si è lasciata agli altri è il peggior tormento della vecchiaia.
Per cui, conscio del mio fallimento, ora devo cercare di collocare questo film nella mia scala di valori. Quale migliore aiuto potrebbe venirmi se non da un confronto? Ecco, il film che più gli assomiglia (e che ho visto) è sicuramente Quartet. Entrambi affrontano una tematica non banale quale la vecchiaia e l'attesa della morte, entrambi vantano una fotografia sublime, entrambi si svolgono in una residenza adibita al soggiorno di facoltosi vecchietti (anche se una è una casa di riposo e questo in realtà è un complesso alberghiero), entrambi si fregiano di una regia prestigiosa, entrambi parlano di amicizie ormai avanti negli anni, entrambi presentano protagonisti acclamati per le loro doti artistiche. Insomma, mi verrebbe quasi da pensare che Sorrentino abbia copiato da Dustin Hoffman, ma per una volta crederò nella sua buona fede e mi rimangerò questa mia malevolenza. Come potrete capire dalla valutazione che do ho preferito l'altro film, giusto perché pregno di una comicità sopraffina e per il finale che farebbe rasserenare il cuore di chiunque.
Youth si avvale comunque di presenza altamente prestigiose quali quella dell'intramontabile Michael Caine, del sempre valido Harvey Keitel e di una Rachel Weisz mai così calata nella parte: il suo monologo sul lettino del massaggiatore mi ha fatto venire i brividi. Compare anche di sfuggita Jane Fonda, che interpreta l'unico personaggio di cui ho capito interamente il significato e quindi devo dare merito all'espressività dell'attrice che lo ha saputo trasmettere in maniera efficace.
Consigliato a chi ama godersi un film intenso e splendido, magari dilettandosi a spremere le meningi; sconsigliato a chi soffrirebbe un senso di vuoto dopo il finale per non essere riuscito a capire il messaggio del regista.
Giudizio complessivo: 7.4
Buona visione e alla prossima,
Bikefriendly
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