Regia: Tristan Dubois
Trattasi di un thriller senza troppe pretese, che non aggiunge direi nulla al panorama cinematografico.
L’assistente al Vice Procuratore Serena Sutherlyn (interpretata dalla bionda Elizabeth Röhm), più o meno apprezzata in quel di Law & Order, decide di mettersi in proprio in questo film che la vede come protagonista indiscussa. E l’inizio non è male per lei, dato che viene suonata come un tamburo, tanto da finire in coma e perdere la memoria, non ricordandosi più una mazza di niente, manco le sue generalità e quelle della famiglia (meglio così probabilmente).
Elizabeth Röhm |
All’inizio il sospetto che stesse fingendo e che ricordasse fin troppo bene tutto ciò che le è avvenuto inizia a materializzarsi, anche se il fatto di ripeterlo così tante volte non giova di certo ad un eventuale andamento della vicenda in quella direzione (vi rimando alla visione per sapere come vanno le cose in realtà). Devo ammettere però che un po’ di curiosità la fa venire, in particolare quando i vari intrighi iniziano a svelarsi e questo è senz’altro un punto a favore, unito alla breve durata.
Duole però ammettere che lo sviluppo della storia sia poi troppo prevedibile, lineare e scontato, in pratica tutto va come deve andare senza neppure un piccolo intoppo; solo un gran finale potrebbe salvarlo. E invece non è così ovviamente (ho finito ormai di sperare in finali risolutori maledizione), manca quel dannato guizzo in più che avrebbe potuto regalargli una stiracchiata sufficienza.
L’idea comunque non era malvagia, peccato che non gli sia stata resa giustizia.
Non sufficiente, si scorda in fretta.
Giudizio complessivo: 5
Buona visione e alla prossima,
Luca Rait
Trailer