Crazy, Stupid, Love.



Regia: Glenn Ficarra, John Requa


Trama iniziale

Una coppia, ormai legata da un quarto di secolo, non è riuscita a mantenere vivo quel legame che li ha uniti fin da giovanissimi. Lei dunque, dopo aver iniziato a frequentare un altro uomo, trova il coraggio necessario e chiede il divorzio in una maniera piuttosto drastica e bizzarra. Il marito proprio non se lo aspettava, e gli crolla il mondo addosso.

Costretto a lasciare la casa, affida i due figli piccoli alla madre e lui si trasferisce a vivere da solo. Ma nonostante al lavoro i colleghi non gliela facciano pesare più di tanto, la sua nuova vita da single lo rattrista come non mai, tanto più a sapere la moglie con un altro tizio. Si sfoga così ogni sera in un locale alla moda dove arrivano in pellegrinaggio tutte le giovani donne in cerca di un partner.

Questo è il luogo di caccia di un affamato playboy, il cui charme ha fallito soltanto con una ragazza molto sicura di sé. Vedendo Cal ogni sera lamentarsi e ubriacarsi al bancone, si offre di dargli una mano con qualche dritta per rimettersi in carreggiata, rigenerare la sua mascolinità e farla così pagare all'ex-moglie fedifraga.

C'è molto lavoro da fare, deve proprio partire dalle basi e i primi tentativi vanno tutt'altro che a buon fine, ma alla fine Cal riesce ad acquisire quella confidenza che non aveva mai posseduto. Intanto deve fare i conti con un figlio adolescente alle prese con la prima cotta, quando questa invece stravede per il padre..



Recensione no-spoiler

Ennesima commedia statunitense pseudo-romantica che tratta il tema del divorzio, questa volta però in maniera intelligente. Banditi infatti i momenti drammatici o eccessivamente retorici, gli autori sono stati in grado di trovare un escamotage divertente per buttare sul ridere ogni aspetto su cui bisognerebbe invece piangersi addosso: la richiesta di divorzio, la separazione, la confessione coi colleghi,.. Interessante dunque la sensazione che si prova nel non sapere se ridere o se invece rimanere seri e tristi.
Steve Carrell 

Il tipo di comicità rientra nella tipica tradizione del genere, con uno Steve Carrell all'inizio molto simile a quello di 40 Anni Vergine, tuttavia molto più morigerato. Dunque più che sugli sketch e sulle battute volgari si è dato spazio a situazioni imbarazzanti e tutte da ridere. Come piace poi agli autori di questi film, tutto si risolve in una reunion finale in cui compaiono tutti i personaggi che fino ad allora avevi conosciuto e tutto allora assume un senso. Infatti alcune storyline sembravano un po' scollegate l'un l'altra, ma devo ammettere che sono riusciti a sfruttare bene questo effetto sorpresa, anche meglio di City Island.

Crazy, Stupid, Love. funziona grazie soprattutto allo stuolo di attori che ne affollano lo schermo: a far da supporto a Steve Carrell figura Ryan Gosling, per la gioia del gentil sesso nella parte del piacione (ma va?); per la gioia dei maschietti invece troviamo una sempre valida Emma Stone, che ormai ci ha preso gusto a vestire i panni della tipetta pepata e indipendente, vedi anche Benvenuti A Zombieland e The Help; ad impersonare la donna in crisi di mezza età hanno scelto una quanto mai adatta Julianne Moore, che io infatti trovo insopportabile; infine nel ruolo di un'amante imbarazzato e incredibilmente passivo figura un Kevin Bacon alquanto emaciato: lontani i suoi tempi di gloria (Tremors e ho detto tutto).



Consigliato alle coppiette che vogliono passare una serata spensierata facendosi due sane risate; sconsigliato ai musoni che difficilmente cercano storie sentimentali, tanto peggio se divorziati o senza il senso dell'umorismo.



Giudizio complessivo: 7

Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly




Trailer




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