Solomon Kane



Regia: Michael J. Basset


Trama iniziale

Secondogenito di una nobile famiglia latifondista della Britannia del '600, Solomon Kane decide di andare contro le prescrizioni del padre, che voleva indossasse gli abiti clericali, andando per la propria strada. In conflitto infatti con il fratello a suo dire troppo violento, riteneva di dover essere lui il giusto successore alla guida della piccola regione. Così, ormai diseredato e cacciato di casa, incrocia fortunosamente per un'ultima volta suo fratello e quello che si diranno non saranno proprio parole gentili, oltretutto l'incontro si conlude con un grave seppur involontario incidente..


Gravato di questo fardello, Solomon intraprende così la carriera del saccheggiatore, lavorando anche al fianco di Francis Drake nella flotta di Sua Maestà. Abile condottiero, è conosciuto nell'ambiente come un sanguinario spadaccino e lui non fa nulla per scrollarsi di dosso questa ignobile nomea, anzi quasi la avvalora con ulteriori nefandezze. Proprio durante una scorribanda in una città del Nord Africa entra in una stanza del tesoro dove era custodito oro di origine inca, in cui gli appare il messo di Satana che reclama la sua anima. Non se lo fa ripetere due volte che subito scappa via a gambe levate.

Lo ritroviamo quindi in un monastero inglese a cercare la redenzione per i suoi innumerevoli peccati. Nonostante le sue ingenti donazioni alla Chiesa, l'abate gli fa capire con cortesia che lui non può più trattenersi in quelle mura e di conseguenza si vede costretto ad iniziare un viaggio di pellegrinaggio, destinazione ignota, lungo il quale fa conoscenza con un prete puritano e la sua famiglia, diretti nel Nuovo Mondo. Sarà uno spiacevole incontro con soldati decisamente male intenzionati a stravolgere i nuovi dettami che regolano la vita di Solomon e a fornirgli una reale opportunità per la salvezza della sua anima.. 



Recensione no-spoiler

Solomon Kane, ovvero 'Solo Mon Cane poteva fare di peggio'. Mi ero approcciato alla visione aspettandomi una tamarrata coi fiocchi e credo che questa fosse almeno l'intenzione del regista, a cui però non concedo una scusante che sia una.

La trama, già vista oltre ogni misura, non mi ha appassionato neanche per un istante. Talvolta mi è parsa così prevedibile che non solo riuscivo ad anticipare i presunti colpi di scena, ma spesso nella mia testa ronzavano persino le battute che i personaggi avrebbero utilizzato da lì a poco. Che poi, mi chiedo con forza in quale mente malata possa essere stata partorita l'idea di un combattente che gira con mantello nero e cappello da puritano. 

Metto la mano sul fuoco che lo scopo era quello di stuzzicare l'interesse del pubblico che aveva tanto apprezzato Van Helsing 5 anni prima, tra cui io, che posso tranquillamente affermare essere realizzato 10 volte meglio: molto più spaccone e molto più interessante. Tra l'altro credo che la scelta del protagonista non sia stata casuale: James Purefoy, che ho avuto modo di apprezzare nella serie The Following, con la barba e il costume appare identico al buon Hugh Jackman.

Gli effettacci compaiono fin da subito e tali rimarranno per tutta la durata del film; di per sè non sono da scartare, ma a mio modo di vedere sono stati gestiti in maniera insufficiente. Solo che questo aspetto rappresenta una grave mancanza. Poi mi hanno stupito in negativo le ambientazioni alla cazzo di Kane dove si alternano profili costieri fintissimi, villaggi di cartapesta e boschi con meno verde di una distesa di cemento. Per non parlare del tema religioso, che nonostante tutto avrebbe potuto portare il film oltre alla sufficienza, ma che invece si è dimostrata carente a esser gentil


Consigliato solo ed esclusivamente ai ricercatori di una pellicola che mischi sacro e profano, a prescindere dai risultati; sconsigliato a tutte quelle persone che impiegherebbero in maniera più proficua un'ora e mezza della propria vita.



Giudizio complessivo: 5.7

Buona visione e alla prossima,

Bikefriendly




Trailer




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